Pizzarotti, inchiesta archiviata «Ora voglio il reintegro»

Sabato 17 Settembre 2016
PARMA - «Ora qualche sassolino dalla scarpa me lo toglierò». È decisamente un giorno fausto per Federico Pizzarotti. Il primo cittadino di Parma festeggia la notizia della completa archiviazione dell'inchiesta che lo vedeva accusato di abuso d'ufficio per le nomine dei vertici del Teatro Regio di Parma.
Prima la Procura, poi il gip Paola Artusi, hanno riconosciuto l'iter regolare e, soprattutto, che «non c'è stata intenzionalità nell'attribuzione di un vantaggio» quando lui e il cda della Fondazione del teatro lirico parmigiano scelsero Anna Maria Meo come direttore generale dell'ente e Barbara Minghetti quale consulente di sviluppo. La vicenda era nata dall'esposto del senatore Pd Giorgio Pagliari che aveva chiesto alla magistratura di fare luce su due nomine arrivate per chiamata diretta dopo che un bando, che aveva coinvolto altri sette candidati, si era concluso senza esito.
La notizia dell'avviso di garanzia circolata nello scorso mese di dicembre, aveva esacerbato i rapporti, già tesi, fra il sindaco di Parma ed i vertici 5 Stelle. Per Pizzarotti arrivò la sospensione dal Movimento, provvedimento ancora valido nonostante il sindaco emiliano abbia presentato da molte settimane la propria memoria difensiva. La sua colpa per i vertici pentastellati era stata quella di avere taciuto per tre mesi la notizia dell'avviso di garanzia, tesi che Pizzarotti ha più volte rigettato.
Ed oggi, su questo tema, il sindaco è andato decisamente all'attacco: «Questa indagine, per i vertici nazionali del Movimento, era stata la scusa per il provvedimento di sospensione che noi continuiamo a definire illegittima - ha detto - ora noi ci aspettiamo che la sospensione venga sciolta ma questo da solo non basta: vogliamo subito un incontro a Parma per chiarire definitivamente la situazione».
Reintegro? «La procedura è ancora in elaborazione. Deciderà il garante del M5s che sappiamo essere Grillo» ribatte secco il pentastellato Roberto Fico.

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