PARIGI - "Solo a sentirla, Italia-Germania ti mette i brividi":

Martedì 28 Giugno 2016
PARIGI - "Solo a sentirla, Italia-Germania ti mette i brividi": Antonio Conte ha ottenuto la sua piccola vittoria personale, far cambiare a tutta Europa - Italia compresa - idea sul valore della sua nazionale. «Altro che catenaccio» dice con orgoglio. Però assicura di non essere appagato dalla splendida serata con la Spagna e dai quarti raggiunti, ora che alla porte c'è la partita da mito, il remake di Messico '70, Spagna '82, Dortmund 2006. «Stavolta incontriamo senza dubbio la più forte del torneo - dice Conte subito dopo aver mandato a casa la Spagna - ma non dobbiamo smettere di avere fame: finora siamo stati straordinari, sabato a Bordeaux dovremo essere titanici».
Non si nasconde, Conte, che il momento del calcio italiano "è difficile, perché siamo senza tanti talenti: il segreto è stato di fare questo gruppo una squadra, non una nazionale selezionata". Così è arrivato il momento di togliersi un sassolino dalla scarpa: «Vorrei che mi fosse ripetuta stasera la domanda su vittoria o fallimento, in caso di mancato passaggio ai quarti...», dice il ct rivolto al cronista che dopo l'Irlanda aveva posto la questione. Tranne poi virare sul sorriso scaramantico: «Ha portato bene, rifatemela un'altra volta prima dei quarti». Comunque vada, questo sarà ricordato come l'Europeo di un'Italia sorprendente. «Mi chiedete se mi dispiace lasciare dopo l'Europeo? I giocatori lo sanno, sono un animale da campo: e quando in certi posti alcune cose non ti sono permesse, lo capisci. Ma sono affezionato alle persone con cui lavoro, e chissà, forse un giorno tornerò su questa panchina».
Ora c'è da godersi il momento e pensare alla Germania: Thiago Motta è squalificato, De Rossi è uscito zoppicante dopo aver preso male la sostituzione («spero di recuperarlo, ma proverò soluzioni alternative, di ripiego») e Candreva è in forse. «Non ce lo nascondiamo, è una partita in salita. A marzo a Monaco - ricorda - ci hanno battuto 4-1: fu risultato anche eccessivo, però ci ha tolto delle certezze. Con la vittoria di questa sera recuperiamo autostima, ma non le distanze da loro: sono i più forti di questo torneo, nessun dubbio. Però sulla carta il calcio è uno, in campo un altro», ripete, come aveva detto preparando la sfida alla Spagna.
Ora è il momento dell'orgoglio e della rivendicazione: «Ho modellato per due anni un progetto che si riassume in una parola: lavoro - ribadisce - Ci davano per spacciati già prima della qualificazione e invece agli spareggi è andata la Croazia. Siamo stati l'unica squadra qualificata dopo due partite, e non è poco. Abbiamo battuto Belgio - prosegue - Svezia e Spagna, che resta una delle squadre piu forti al mondo: possiamo essere orgogliosi. Io lo sapevo - continua - che una sconfitta con l'Irlanda ci avrebbe creato rotture di scatole: ci hanno massacrato per quel risultato. Ma forse è stato salutare. Questi ragazzi sono straordinari. Abbiamo dimostrato che l'Italia non è catenaccio: l'idea può battere talento».
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