PALERMO - Dopo le polemiche, l'allarme sui social, gli ispettori del ministero mandati

Giovedì 1 Settembre 2016
PALERMO - Dopo le polemiche, l'allarme sui social, gli ispettori del ministero mandati a verificare cosa era accaduto alla procura di Ragusa, si sgonfia il caso del cittadino indiano denunciato il 16 agosto scorso con l'accusa d'aver tentato di rapire una bimba di 5 anni sulla spiaggia di Scoglitti: «Il reato da contestare - dice con ironia il procuratore capo di Ragusa Carmelo Petralia in un'intervista - sarebbe quello di "presa di bambina in braccio", ma il nostro Codice non lo prevede».
Sulla vicenda la procura generale di Catania e gli ispettori di via Arenula hanno chiesto una relazione a Petralia. Il pm Giulia Bisello si era rifiutata di confermare il fermo di Ram Lubhaya, e per questo era stata presa di mira da parte di esponenti del centrodestra e di comuni cittadini. Su Lubhaya, senza permesso di soggiorno, pendeva un decreto d'espulsione precedente ai fatti di Scoglitti, e ora si trova in un Cie, in attesa di lasciare il nostro Paese.
Petralia spiega come sono andate le cose: l'indiano, noto in spiaggia perché faceva tatuaggi, si avvicina alla bimba, che era con il padre. Le fa una carezza e la prende in braccio. Dopo 45 secondi, infastidito, il papà gli dice di lasciare la bimba. Incidente chiuso; ma un amico dei genitori della piccola nota la scena e chiama i carabinieri: «C'è uno - dice - che ha tentato di prendere una bimba». Quando i carabinieri arrivano, l'indiano è sull'arenile e viene fermato per sequestro di persona, «un fermo tecnicamente sbagliato - sottolinea Petralia - L'indiano passa una notte in cella e il giorno dopo, giustamente, il mio pm lo libera».

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