Ora i cinesi vogliono Moratti presidente

Sabato 1 Ottobre 2016
MILANO - Corsi e ricorsi storici: Massimo Moratti potrebbe essere di nuovo presidente dell'Inter. Il Suning ha chiesto esplicitamente all'ex patron di tornare e lui ci sta pensando su. «Il Suning me lo ha chiesto. È sempre un onore e un privilegio essere il presidente dell'Inter - dice Moratti a Premium Sport - ma non so cosa rispondere. Ho nostalgia del sentimento della gente, dei tifosi».
Un ritorno di Moratti farebbe pensare a un cambiamento dell'assetto societario, un nuovo organigramma, con Erick Thohir che potrebbe uscire definitivamente di scena o rimanere con una quota di minoranza. «Thohir ha provato a fare acquisti, pur con difficoltà. Lui - sono le parole di Moratti - ha dovuto gestire un giocattolo più grande del previsto. Con i cinesi mi sento al sicuro, il loro desiderio di fare bene è forte». I nuovi proprietari non sono esperti di calcio italiano, Moratti e prima di lui suo padre Angelo hanno fatto la storia del club. Milanese fino al midollo, innamorato pazzo dell'Inter, vincente come pochi, Moratti sarebbe la risposta perfetta alle aspettative del Suning.
Serve un punto di riferimento, un uomo di calcio che conosca l'ambiente e possa garantire competenza e stabilità. Il rapporto tra l'ex presidente e gli imprenditori cinesi è sempre stato molto buono: un feeling nato sin dall'ingresso in scena del Suning il 6 giugno scorso. Zhang Jindong, ufficializzando l'acquisto dell'Inter, disse di essere commosso dalla passione di Moratti per l'Inter e di voler ricalcare le orme della sua gloriosa gestione. L'ex patron decise allora di farsi da parte, di lasciare - seppure a malincuore - anche le ultime quote in suo possesso. Accettò il ruolo di padre nobile, di consigliere, di uomo vicino all'Inter e alla sua nuova proprietà.
E lo interpreta a modo suo, storcendo il naso alla decisione di rinunciare a Mancini a 13 giorni dall'inizio del campionato. Tuttavia, Moratti adesso sostiene De Boer perché ogni sua scelta è ispirata dall'interesse dell'Inter. E molto saggiamente invita tutti a evitare di parlare di Simeone come futuro tecnico. «Se sarà l'allenatore dell'Inter? Si deve credere - avverte l'ex patron - in quello che c'è in questo momento. Simeone è un grande allenatore e un grande interista ma non sminuirei De Boer come è stato fatto con Mancini, quando si parlava sempre di Simeone. Vedremo come andrà De Boer, se farà bene rimarrà lui. Per Simeone c'è tempo...».
Ma intanto l'Inter di Frank De Boer procede a zigzag tra campionato ed Europa. Ancora un tonfo doloroso, a Praga. Ieri la reprimenda, le critiche, l'amarezza per un clamoroso insuccesso che segue con una sua implacabile coerenza quello contro i carneadi dell'Hapoel. Domani c'è la Roma: chissà quale sarà l'Inter che scenderà in campo all'Olimpico, se quella sciatta e grigia di Praga, oppure quella volitiva e grintosa che ha battuto la Juventus. De Boer si è arrabbiato, ha tenuto a rapporto i protagonisti del ko, ma molte delle responsabilità sono sue.

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