Omicidio di Loris, chiesti 30 anni per la mamma «Bugiarda, manipolatrice, soffre di protagonismo»

Martedì 4 Ottobre 2016
RAGUSA - Una certezza: il nonno non era in casa di sua nuora al momento del delitto, che è stato commesso da lei. Un'ipotesi: Veronica Panarello potrebbe avere avuto una relazione con il suocero, come afferma lei stessa, con il quale ha avuto un intenso scambio di telefonate nei mesi in cui lei fissa la loro presunta liaison, fornendo così un «ipotetico movente» al delitto. È la tesi della Procura di Ragusa sostenuta davanti al Gup di Ragusa, Andrea Reale, nel chiedere 30 anni di reclusione per l'imputata accusata di avere ucciso il figlio Loris di 8 anni e di averne poi nascosto il corpo nel canalone di contrada Mulino Vecchio. Nessuna attenuante le concedono il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota, che la ritengono «colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio» e che chiedono il massimo della pena possibile col rito abbreviato.
Lei ascolta attonita la richiesta: «Ho capito bene? Hanno chiesto trent'anni...», dice al suo legale, l'avvocato Francesco Villardita. Poi si chiude in un assoluto silenzio. Per la Procura è stata lei ad uccidere il bambino, da sola. E poi ha cercato di «manipolare» la verità, «adattandola a ciò che emergeva dalle indagini», grazie anche «alla sua profonda conoscenza degli atti processuali». Per i Pm soffre di un «protagonismo esagerato» e ha una «personalità istrionica, teatrale». «Ma - osserva la Procura - non si può manipolare tutta la verità, alcuni dettagli le si sottraggono». Come quando sostiene di avere incontrato per caso il suocero e di averlo fatto salire in auto sul sedile posteriore. Quel tratto di strada la percorre mediamente in 29 secondi, quel giorno in 27. Due in meno. E per fare l'operazione da lei descritta occorrerebbero più di un minuto e mezzo.
Ma non solo. Altri riscontri, frutto di indagini di polizia di Stato, squadra mobile della Questura e carabinieri, convincono la Procura che anche l'ultima ricostruzione di Veronica Panarello («è stato mio suocero a uccidere Loris perché non voleva che il piccolo rivelasse al padre della nostra relazione») non è credibile.
Sul movente resta l'ipotesi «plausibile» della relazione, secondo i Pm, tra suocero e nuora. «È un possibile movente - osserva il procuratore Petralia - è quello che lei ha detto e ne prendiamo atto».

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