Nonno Sergio, la bimba e le bambole di Frozen

Domenica 28 Agosto 2016 di Mattarella si presenta in ospedale con un regalo per la piccola di 4 anni che ha perso la sorella
Nonno Sergio, la bimba e le bambole di Frozen
(...) animati di Frozen; e la piccola Giorgia Rinaldo. Che ieri ha compiuto quattro anni, l'altra notte è scampata alla morte per il sisma che invece si è portato via la sorella Giulia, di nove anni, e mai si sarebbe aspettata - anche perché dormiva, tutta incerottata - la visita del Capo dello Stato nella sua stanza all'ospedale Mazzoni di Ascoli.
Nonno Sergio bussa alla porta con i suoi doni tra le mani, i genitori di Giorgia lo accolgono. Il padre Fabio ha vari tagli e escoriazioni sul corpo, a causa del crollo della loro casa a Pescara del Tronto, ed è ancora sotto choc. La mamma è a sua volta ricoverata in questo ospedale, con le costole fratturate e una le ha bucato un polmone mentre il terremoto uccideva la figlia maggiore e risparmiava la figlia minore. Mattarella si avvicina a questa storia di vita e di morte e di speranza - “Ricominceremo da Giorgia”, gli dice papà Fabio - con un tatto che gli appartiene. Con uno stile di rispetto e di sobria vicinanza alla montagna di dolore che ha scalato nella sua visita attraverso le zone terremotate e i campi profughi di Amatrice e di Accumoli. Ora è nella stanza di Giorgia, appoggia sul tavolino le due bambole. Emana, dagli occhi, dai gesti delicati, dalle parole misurate (“Cercheremo di starvi vicini sempre, il dolore è una scia lunga”), quella sua timidezza empatica che gli italiani hanno imparato a conoscere e a cui ieri, prima e dopo le esequie di gran parte delle vittime del terremoto nei paesini qui intorno, i presenti hanno rivolto i loro applausi. Segno di fiducia in un comportamento, il codice Mattarella o il modello Nonno Sergio, che si rivela assai diverso rispetto a quello di altri presidenti.
Come per esempio Sandro Pertini, il quale atterrò sul cratere del sisma d'Irpinia il 25 novembre del 1980, vide il disastro e il giorno dopo fece in tv un discorso durissimo: “Ho assistito in Irpinia a degli spettacoli che mai dimenticherò. Ho potuto constatare che non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi...”. Nonno Sergio non è il presidente-partigiano Sandro. Oltre che fare visita a Giorgia nel giorno del suo compleanno - a questa bimba che ha visto morire la sorella a cui era abbracciata mentre veniva giù tutto - Mattarella ha dato un saluto ad altri feriti. E uscendo dal nosocomio lo applaudono i medici e un gruppo di ragazzi grida: “Grande presidente!”.
Poco prima i genitori di Giulia e di Giorgia gli hanno fatto vedere le foto della figlia che non c'è più. E papà Fabio, che ha il piede bendato, il polso incerottato e non smette di magnificare l'impresa del pompiere Andrea De Filippo che ha salvato la vita a Giorgia estraendola dopo 16 ore dalla macerie ma non ha potuto fare altrettanto con Giulia, racconta a Nonno Sergio che si è presentato come un nonno qualunque: “Giorgia oggi ha ricominciato a parlare. Mi ha chiesto l'acqua con le bollicine. Si sta riprendendo, piano piano”. La sera della tragedia i genitori non sapevano che fine avessero fatto le due bambine. Poi quando Giorgia viene messa in salvo dal vigile del fuoco, i genitori le chiedono: “Sai dove sta Giulia?”. “Non lo so”, risponde la bimba con un filo di voce. E poi si ammutolisce.
I Rinaldo vorrebbero lasciare l'ospedale tra un paio di settimane e tornare a casa: “Ma quale casa? Non abbiamo più niente”. “Lo Stato vi assisterà”, conferma Nonno Sergio. Così, mentre tutto trema, Nonno Sergio sembra diventato un puntello: la putrella di Casa Italia. E nella prima mattinata, ad Amatrice, la sua immagine rigida di fronte alla scuola inaugurata nel 2012 e sbriciolata dalle scosse l'altra notte, conteneva quasi una sfida tra la stabilità e l'evanescenza.
Ora Nonno Sergio, davanti a Giorgia che dorme nella sua stanza, ha posato le due bambole. E la storia di cui esse sono protagoniste in quel cartone stupendo che è Frozen non appare soltanto come fantasy in questa circostanza. Anna va a recuperare Elsa nell'enorme castello di ghiaccio che ha creato nel nulla. E il legame tra le due sorelle si recupera tramite la tenacia di Anna. Così come sarà forse la tenacia della memoria, sia pure di una bimba di nove anni, che terrà legata Giorgia alla sua Giulia che non c'è più. E di sicuro Nonno Sergio ha azzeccato il regalo.
Mario Ajello

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