Nel mirino chi ha ristrutturato

Sabato 27 Agosto 2016
C'è la sciagura e c'è la responsabilità soggettiva. Che può riguardare le autorità pubbliche, le ditte che hanno fatto i lavori ma anche i singoli cittadini vittime del sisma. Responsabilità che il procuratore di Rieti Giuseppe Saieva intende ricostruire casa per casa. Anche a rischio, è quel che già si capisce, di mettere alla sbarra chi nel crollo ha perso i familiari o persino i figli. «C'è la responsabilità della natura e della faglia che si muove, e c'è la responsabilità degli individui. È quella che stiamo cercando di ricostruire». La legge è chiara: chi ristruttura o modifica anche solo parzialmente un edificio in zona sismica deve adeguarsi alle normative anti sismiche. Chi si è affidato ad una ditta per una ristrutturazione a regalo d'arte avrà diritto di chiedere i danni e l'inchiesta accerterà le responsabilità penali. Ma i singoli cittadini che hanno toccato le mura degli edifici crollati potrebbero essere considerati penalmente responsabili. Una premessa che potrebbe trasformare quella sul Amatrice in un'inchiesta gigantesca.
MACERIE PATTUGLIATE - Parallelamente, il procuratore capo Saieva intende ricostruire l'esatto iter dell'ammodernamento degli edifici pubblici. A cominciare dalla scuola elementare “Capranica” teoricamente adeguata alle normative antisismiche. I documenti essenziali per ricostruire tutti i passaggi sono lì, sotto un cumulo di macerie, dove una volta aveva sede il Comune di Amatrice. La procura sta valutando di predisporre un servizio che controlli le macerie del palazzo notte e giorno ed eviti che a spostare quei preziosi ruderi arrivino ruspe e mezzi motrici che potrebbero danneggiare ulteriormente carte e hard disk dei computer. Per il momento tutte le forze di polizia sono state mobilitate nei soccorsi e in ogni caso la priorità assoluta è stata data al riconoscimento dei cadaveri e all'accertamento individuale della cause della morte. Solo dopo andrà avanti l'inchiesta per disastro colposo, oggi senza indagati. Alcuni atti possono essere ricostruiti a partire dagli accordi stipulati con la Provincia di Rieti. È in quelle carte che si spiega con chiarezza come il Comune di Amatrice nel luglio 2012, a lavori già avviati e pochi mesi prima dell'inaugurazione, abbia insistito per occuparsi autonomamente dell'intera ristrutturazione della scuola. Firmando un'intesa con la Provincia in cui i 200mila euro, arrivati dalla protezione civile collegati al sisma del 2009 all'Aquila, passassero direttamente all'amministrazione comunale che si impegnava ad aggiungerne altri 500mila. L'accordo di programma evidenzia un particolare importante: la scuola non è stata adeguata alle norme antisismiche ma sono stati fatti lavori di “riparazione e miglioramento sismico”. Dunque interventi fin dal principio meno capaci di garantire sicurezza. Altri due edifici sono già nel mirino degli inquirenti, entrambi sottoposti a miglioramento ma non adeguamento sismico. Il campanile di Accumoli, che nel crollo ha ucciso un'intera famiglia e che è stato ristrutturato con soldi ottenuti dalla diocesi sulla base delle leggi post terremoto del ‘97, e la chiesetta di Sant'Angelo inaugurata appena il 12 agosto scorso in pompa magna.
LA SOCIETA' DI EXPO - Il consorzio che ha lavorato alla scuola è Valori Scarl, lo stesso titolare della ristrutturazione dell'Expo. Nell'ambito del consorzio, però, i lavori effettivamente portati a termine ad Amatrice erano affidati ad una società riconducibile ai fratelli calabresi Domenico, Antonio e Pietro Mollica. La società non sarebbe quella per cui Pietro Mollica è stato indagato un anno fa con l'accusa di bancarotta fraudolenta e titolare di importanti appalti pubblici, in tutta Italia, ma un'altra del gruppo dei tre fratelli che in passato sono stati accusati di associazione mafiosa, accusa poi caduta in primo grado.
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