Nardin sbotta: «Vendo»

Mercoledì 31 Agosto 2016 di Il numero uno accusa: «Giocano coi miei soldi e vogliono dare l'impianto ad altri»
Nardin sbotta: «Vendo»
TREVISO - (P. Cal.) Tiziano Nardin getta la spugna e vende tutto. Il Tenni blindato, vietato ai ragazzi di Renzo Corvezzo e al suo settore giovanile, ultima speranza per poter avere qualche possibilità di ottenere la gestione dello stadio da Ca' Sugana, è la classica goccia che fa traboccare il vaso: «Viste le difficoltà per arrivare alla gestione dello stadio, viste le difficoltà di dialogo con l'amministrazione, ho deciso di mettere in vendita il Calcio Treviso. Chi è interessato si rivolga pure alla nostra sede».
E adesso tutto torna in gioco. Il Treviso nonostante le polemiche e le tensioni, fa gola. E già si parla di almeno due gruppi interessati: uno formato da imprenditori locali, ancora ben nascosti nell'ombra, e uno proveniente dalla Svizzera e intenzionato ad avviare un progetto nella Marca incentrato sulla prima squadra ma soprattutto su una scuola calcio di livello. In entrambi i casi sarà il Comune, in quanto proprietario del Tenni, a vigilare.
Ovviamente Nardin non se ne va così, senza lottare. Lo fa togliendosi qualche sassolino dalle scarpe. Ieri pomeriggio, prima dell'annuncio di vendere tutto, arrivato solo in serata, davanti agli ingressi dello stadio sprangati da lucchetti e chiavistelli e con i ragazzini stupiti e interdetti per la situazione a dir poco grottesca, il presidente del Treviso era furioso. Un leone in gabbia. «Mi sono stancato di questa amministrazione - è sbottato - come si fa a trattare le persone così? Come si fa a lasciare per strada questi ragazzi? Guardi quel bambino - dice indicando un ragazzino di non più di dieci anni con un pallone in mano e la divisa biancoceleste addosso - guardi com'è deluso. Non ci si comporta così. Io non voglio niente. Hanno detto che posso avere lo stadio solo per le partite della prima squadra? Benissimo. Io vengo la domenica e pago quello che c'è da pagare. Ma quando vado in un albergo, se pago, poi ho il servizio completo. Qui no. Qui devo pagare l'affitto e poi farmi carico della cura dell'erba, dell'impianto d'illuminazione. Di tutto: no, non funziona così».
La rabbia è talmente tanta che Nardin se ne esce con espressioni più che colorite: «Si comportano così - si scatena - perché lo stadio lo devono prendere altri. E stanno giocando con i miei soldi. A oggi, di mio, e senza poter fare campagna abbonamenti, ho già speso settantamila euro. È una vergogna. Prima ci chiedono il settore giovanile: noi lo facciamo, gratis per dare una mano a tutti, e loro fanno questo». Poi sbotta di brutto: «E adesso vendo il Calcio Treviso, che è mio, alla 'ndrangheta. Alla 'ndrangheta lo vendo. Mi hanno rotto».

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