Merkel: le porte restano aperte, siamo in guerra con l'Isis non con l'Islam

Venerdì 29 Luglio 2016
BERLINO - La Germania è in guerra contro il terrorismo, ma la politica di Berlino sui rifugiati non cambia.
Incontrando la stampa dopo la «settimana nera» in cui la Germania è stata per la prima volta colpita sul suo territorio da attentati dell'Isis, Angela Merkel condanna le «azioni di terrore islamico» e le violenze commesse da rifugiati che «si sono fatti beffa del Paese da cui hanno ricevuto aiuto, e dei volontari e di chi ha dato loro rifugio da zone di guerra». Ed annuncia un piano di misure per consentire allo Stato di combattere adeguatamente una guerra «che è contro l'Isis ma non contro l'Islam».
Ma la cancelliera non intende fare passi indietro rispetto alla politica che ha portato la Berlino ad aprire le porte a oltre un milione di rifugiati. Una Angela Merkel molto sciolta e sicura interrompe le sue vacanze per condannare le azioni di Wurzburg e Ansbach. E promette che la Germania, «un Paese forte», «ce la farà a vincere questa sfida» lanciata dal califfato. Anche con l'impegno delle comunità islamiche in Germania che invita ad «isolare i terroristi». La signora Merkel snocciola ai cronisti i «nove punti» del suo piano per la sicurezza; misure in linea con quelle reclamate poche ore prima dal ministro dell'Interno della Baviera, che ha lanciato l'allarme Islam non appena partita l'ondata di violenza nella regione. Tra le novità, la messa sotto sorveglianza di Internet: nasce l'Ufficio centrale di monitoraggio della Rete, col compito di lanciare preallarmi sulla radicalizzazione tra i rifugiati. Tuttavia, una cosa è certa: non cambia la politica sull'asilo della Germania che, ribadisce la cancelliera, «resta fedele ai suoi principi e darà rifugio a chi lo merita».

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