Matthew terrorizza la Florida

Sabato 8 Ottobre 2016 di Appello del presidente Obama in vista dell'arrivo delle tempesta sulle coste. Tre milioni di evacuati
L'uragano Matthew continua la sua strada, lasciandosi dietro distruzione e morte. Pur sceso da categoria 4 a 3, i due giorni che restano del suo viaggio lungo la costa minacciano di essere forse i peggiori per gli Usa. Matthew ha già lasciato una scia di sangue ad Haiti, dove il numero dei morti è salito a oltre 800, con 130 mila bambini senza casa e senza scuole, e il rischio che l'acqua potabile venga contaminata.
Guardato dai satelliti, pedinato da aerei speciali e dai droni della Nasa e fotografato dagli astronauti della stazione spaziale, Matthew venerdì ha percorso la costa della Florida, rimanendo a circa 20 chilometri dalla terra, mentre oggi è previsto che passi sulla Georgia, per poi arrivare domani sulla Carolina del sud e del nord. Il vento è sceso e ora tira a circa 180 chilometri orari, con folate di 210 chilometri orari. La pioggia non rallenta e scende martellante.
Ma la paura peggiore, che attanaglia le comunità costiere e terrorizza i governatori, è quella dello “storm surge”, il sollevamento del livello dell'acqua dell'Oceano che si riversa sulla terra causando allagamenti, spesso fulminei e terribilmente devastanti. Matthew minaccia di causare danni più vasti di quelli di Sandy a New York nel 2012, inondando strade e case e uccidendo chi si sia attardato. L'uragano passa infatti proprio nelle ore dell'alta marea, e coniuga quindi due fattori, l'innalzarsi naturale delle acque oltre al risucchio verso l'alto causato dal vortice dell'uragano, e insieme possono causare mareggiate fino a 2 metri, anche se ci sono teorie che il muro d‘acqua possa arrivare a 3 metri e mezzo.
Ieri il presidente Barack Obama è personalmente intervenuto, dopo aver parlato con i governatori che gli avevano espresso proprio il timore che la gente che non ha obbedito alle richieste di evacuazione pensi di avventurarsi per strada solo perché il vento è diminuito e l'occhio dell'uragano è andato verso nord: «Matthew è davvero pericoloso – ha detto Obama, che si stava incontrando con Craig Fugate, l'amministratore della Fema, la protezione civile -. Il potenziale delle inondazioni, della perdita di vite e di gravi danne alle proprietà continua a sussistere». Obama ha pregato gli americani di «aiutarsi l'un l'altro».
Oltre un milione di case sono rimaste senza luce elettrica, mentre in Florida le belle spiagge di Fernandina, Daytona, Ormond e St Augustine sono sommerse dall'acqua dell'Oceano. Ieri sera si aspettava con trepidazione la sorte di Jacksonsville, anch'essa in Florida, attraversata dal fiume St. John's, le cui acque venivano respinte verso l'entroterra dallo storm surge e minacciavano di allagare l'intera città. Le strade erano fortunatamente deserte.
Tre milioni di persone hanno obbedito alla richiesta di evacuare le zone costiere dei quattro Stati interessati. Chiusi gli aeroporti e oltre 25 mila voli cancellati. Chiusi i porti, anche quello di Savannah, in Georgia, il più grosso porto di container del nord America.
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