Manovra 2017 Pagano sanità e pensioni "precoci"

Mercoledì 28 Settembre 2016
Crescita più lenta, da spingere il prossimo anno anche attraverso le misure della prossima manovra. E risanamento dei conti che prosegue, pur se ad un ritmo più lento. La nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che il governo ha esaminato nella tarda serata di ieri, contiene le coordinate entro le quali il governo dovrà muoversi nella legge di bilancio, da approvare entro il 20 ottobre. Il sentiero è stretto: le valutazioni più realistiche, dalle quali il governo non si può certo discostare (l'Ufficio parlamentare di bilancio deve validare sia il quadro tendenziale che quello programmatico) hanno imposto di tenere al di sotto dell'1 per cento la previsione di incremento del Pil sia per il 2016 che per il 2017. Quest'anno si dovrebbe chiudere allo 0,8, il prossimo si potrà arrivare all'1 solo in via programmatica, per effetto di riforme e misure di stimolo.
La mancata crescita avrà naturalmente effetto sui conti pubblici. Il deficit, che quest'anno si dovrebbe attestare in rapporto al Pil intorno al 2,5 per cento, è previsto poi scendere nel 2017 al 2,3, comprensivo delle spese escluse dai vincoli del Patto, relative all'emergenza migranti e alla ricostruzione delle zone terremotate. Ma l'impatto ci sarà anche sull'altra grandezza finanziaria rilevante, che anzi è forse la più decisiva nel caso italiano: il debito pubblico. Alla fine di dicembre se le cose andranno bene dovrebbe un raggiungere un valore sostanzialmente analogo al 132,2 del 2015, mentre la discesa inizierebbe solo il prossimo anno.
Pur con questi vincoli, il governo potrebbe comunque sfruttare per il terzo anno consecutivo una dose di flessibilità, salvaguardando in qualche modo l'obiettivo di una discesa del disavanzo strutturale, ovvero considerato al netto dell'andamento (non favorevole) del ciclo economico e delle voci una tantum.
Negli ultimi giorni il ministero dell'Economia, consapevole di questo scenario complicato, ha cercato di circoscrivere il menu della prossima manovra. A farne almeno in parte le spese è uno dei dossier politicamente più rilevanti, ovvero quello relativo alla previdenza. La dotazione finanziaria, che i sindacati avrebbero voluto portare a 2,5 miliardi, e che un'intesa non formalizzata tra le parti aveva fissato a quota 2, dovrebbe invece scendere a 1,5. Di conseguenza ci sarà meno spazio in particolare per venire incontro ai cosiddetti “precoci” ovvero quei lavoratori che hanno iniziato la propria attività prima dei 18 anni. Non dovrebbero invece mancare le risorse per il progetto di potenziamento dell'attuale “quattordicesima” riservata ai trattamenti più bassi.
Dal punto di vista delle coperture finanziarie, la novità della prossima manovra è il ritorno di una posta esplicita collegata alla lotta all'evasione fiscale. Le entrate dovrebbero crescere di un paio di miliardi grazie in particolare alle misure (raccomandate anche da Fmi e Ocse) per avvicinare il gettito teorico di questa imposta a quello effettivo: obiettivo da raggiungere attraverso un potenziamento del sistema di dichiarazioni. Attualmente in Italia è prevista solo quella annuale, mentre non ci sono scadenze mensili o trimestrali. Dalla riapertura della voluntary disclosure si attende poi una cifra che oscilla tra 1 e 2 miliardi, comunque una tantum. Sul fronte della spesa saranno ulteriormente potenziate le misure di revisione della spesa, ma non è esclusa la limatura per 1 miliardo del Fondo sanitario nazionale: ne ha accennato indirettamente lo stesso premier Renzi, indicando un livello pari a 112 miliardi contro i 113 previsti.
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