LONGARONE - È un'azienda storica per l'intera provincia di Belluno. Tanto da

Sabato 24 Settembre 2016
LONGARONE - È un'azienda storica per l'intera provincia di Belluno. Tanto da aver iniziato la sua produzione ancor prima della catastrofe del Vajont. Ma il suo domani era fortemente a rischio, in seguito alla crisi finanziaria che ha coinvolto il gruppo Selcom (proprietario dell'azienda): l'esposizione finanziaria con le banche e i fornitori aveva toccato i 136 milioni. Ora, però, la Procond Elettronica di Longarone rivede la luce. Merito di un salvagente arrivato da Treviso: in particolare, dal Gruppo De' Longhi. Attraverso una sua controllata, De' Longhi ha sottoscritto un contratto di affitto con la Procond per la durata di 36 mesi, con un canone di 300mila euro annui. Lo stesso accordo prevede «un'offerta di acquisto irrevocabile - emerge dalla nota del Gruppo -. De' Longhi si assicura il controllo operativo di un fornitore strategico di componenti elettronici, con la possibilità di ottenere in prospettiva benefici di sviluppo tecnologico». Va precisato che, nello stabilimento di Longarone, sono 290 i lavoratori impegnati a produrre schede elettroniche. E proprio i dipendenti, nella mattinata di ieri, hanno incontrato l'amministratore delegato Fabio De' Longhi. Si prevede che Procond, quest'anno, raggiungerà un fatturato di circa 20 milioni. Dopo giorni di forti tensioni, il clima si rasserena: «Ora auspichiamo che si possa arrivare all'acquisizione definitiva - ha commentato Bruno Deola della Fim Cisl -. con l'affitto, la società si impegna a mantenere interamente l'organico, composto da 290 lavoratori».
Marco D'Incà

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