Laura Boldrini? «Va eliminata fisicamente». Nel chiacchiericcio a ruota

Domenica 31 Luglio 2016
Laura Boldrini? «Va eliminata fisicamente». Nel chiacchiericcio a ruota libera su Facebook l'attacco alla presidente della Camera da parte della capogruppo leghista del Comune di Musile di Piave, Monica Bars, non è passato inosservato. Il paese veneziano è lontano da Montecitorio e non è detto che ogni minaccioso proclama sia destinato a trasformarsi in realtà, ma il web accorcia le distanze e amplifica le polemiche. Eletta in consiglio comunale il 5 giugno scorso e nominata capogruppo della maggioranza di centrodestra (Lega Nord e Forza Italia), la signora Bars in un post del 22 luglio, in cui si criticava un'affermazione della Boldrini che invitava l'Europa ad accogliere i turchi in fuga da Erdogan, se n'era uscita con la lapidaria affermazione di cui sopra: «Va eliminata fisicamente». La frase choc consegnata al più popolare dei social ha sollevato una bufera nella cittadina d'origine del vicepresidente della Regione, il leghista Gianluca Forcolin, che qui è stato sindaco per nove anni, fino al 2015. E che prende subito le distanze: «È una frase indifendibile». Ma poi precisa: «È vero però che certe risposte dure se le cerca anche la Boldrini quando dice che i profughi verranno qui ad educarci, che dobbiamo armonizzarci con loro».
Chi denuncia - senza se e senza ma - la violenza contenuta in quelle parole è il centrosinistra. Cinque deputati del Pd (Zoggia, Mognato, Murer, Martella e Moretto) hanno presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno Angelino Alfano, sottolineando che la frase della capogruppo Bars «va al di là di ogni plausibile forma di libertà di espressione», indicandola come «una vera e propria istigazione alla violenza». E, ricordando che «la rilevanza assunta dai social network, anche nel dibattito pubblico e politico, non può far sì che si configuri come una zona franca rispetto all'uso di certa terminologia», gli esponenti del Pd hanno sollecitato l'intervento del ministro.
La capogruppo leghista, a questo punto, non rischia solo sul piano politico, viste le recenti sentenze di condanna per i post offensivi su Facebook. La lista di centrosinistra «Insieme per Musile», che ha sollevato il caso, si è appellata al sindaco Silvia Susanna, chiedendo se chi si rende responsabile di una dichiarazione così pesante possa ancora sedere sui banchi del consiglio comunale. In pratica, un'implicita richiesta di dimissioni della capogruppo Bars. Che, vista la situazione, si è già rivolta ad un legale. «L'affermazione intendeva riferirsi alla rimozione dell'onorevole Boldrini dal suo ruolo politico e non in altro modo - precisa in una nota l'avvocato Pierpaolo Alegiani - Peraltro non mi sembra che la frase possa configurarsi come una minaccia penalmente perseguibile, che dovrebbe essere percepita dal soggetto minacciato come concreta ed attuale. E non mi pare certo questo il caso. Sono convinto che la questione finirà in una bolla di sapone». Si dice «dispiaciuta» anche il sindaco Silvia Susanna: «Ma conoscendo bene la consigliera Bars ritengo che l'unica interpretazione possibile della sua dichiarazione sia quella evidenziata dal suo difensore».
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