La gente di Baton Rouge era in chiesa. Proprio mentre tre poliziotti venivano uccisi

Lunedì 18 Luglio 2016
La gente di Baton Rouge era in chiesa. Proprio mentre tre poliziotti venivano uccisi e altri tre venivano feriti, molti abitanti della città della Louisiana stavano pregando. La deputata di colore Denise Marcelle anzi era stata invitata dal suo sacerdote a dire alcune parole di pace e di unità per rincuorare un pubblico scosso dopo le violenze e le manifestazioni delle ultime due settimane: «È sconvolgente per me – ha detto più tardi – pensare che io invocavo la pace negli stessi momenti in cui qualcuno stava uccidendo i nostri poliziotti». Molti, usciti dalla messa, sono corsi proprio davanti alla centrale di polizia, per dare una testimonianza di solidarietà. E se ancora dopo varie ore era poco chiaro come si erano svolti i fatti, una cosa rimaneva certa: gli agenti caduti in servizio quest'anno sono già 30, quasi il doppio del 2015.
IMBOSCATA - Lo scontro a fuoco nella capitale della Louisiana è stato prima descritto come un regolamento di conti fra bande rivali, in cui la polizia era stata chiamata a intervenire. Poi però altre testimonianze hanno offerto un diversa versione: qualcuno aveva chiamato il numero delle emergenze, il 911, denunciando spari nella zona. All'arrivo delle pattuglie, una pioggia di pallottole avrebbe accolto gli agenti. Un agguato, dunque. Tre poliziotti sono caduti, e uno di questi era un agente di colore. Altri tre sono stati trasportati in ospedale in condizioni gravi. Un killer è stato ucciso: si tratta di Gavin Eugene Long, un ex marine nero di 29 anni, ieri era il suo compleanno. C'è il sospetto che altri due complici si siano dati alla fuga, ma non esistono conferme. Una testimone ha sostenuto di aver visto un uomo, armato con un fucile d'assalto, che camminava lungo la strada in una zona industriale fuori Baton Rouge. L'uomo indossava una maschera che gli copriva il volto. Anche un altro testimone, Brady Vancel, uscito di casa dopo aver sentito «degli strani rumori, come uno scoppiettìo», ha detto di aver visto un uomo vestito tutto di nero, il volto coperto da una maschera con in mano un fucile: «I miei occhi si sono puntati su quel fucile, non ho aspettato oltre, e sono corso a casa».
INDAGINI - L'ipotesi è che si tratti della vendetta di un membro di un gruppo radicale afroamericano, sia per il freschissimo ricordo del massacro di Dallas, sia perché pochi giorni fa la polizia di Baton Rouge ha arrestato un giovane che stava derubando un negozio d'armi e «cercava pallottole per organizzare un agguato contro la polizia». Proprio l'arresto di questo giovane ha spinto la polizia di Baton Rouge a usare maniere forti contro la folla che nell'ultima settimana ha manifestato senza sosta per l'uccisione, lo scorso 5 luglio, di Alton Sterling. Le manifestazioni di protesta sono state tutte pacifiche, e tuttavia la polizia ha «usato forza eccessiva nell'eseguire gli arresti», hanno denunciato le associazioni dei diritti civili. La rabbia della comunità di colore contro gli abusi delle forze dell'ordine ha portato alla rinascita, proprio a Baton Rouge, di una nuova versione delle Pantere Nere.
LA CASA BIANCA - La morte di altri tre agenti ha causato una reazione immediata in tutto il Paese. Il presidente Barack Obama ha detto di «condannare con la massima forza la violenza» ed ha aggiunto che «gli attacchi contro le forze dell'ordine devono assolutamente cessare». Ma anche uno dei leader del movimento “Black Lives Matter”, il giovane DeRay McKesson, ha ricordato «il nostro movimento è nato per chiedere la fine delle violenze».
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