La "federazione" di Parisi divide la Lega

Domenica 31 Luglio 2016
ROMA - Il via libera ufficiale al progetto di riaggregazione dei moderati prenderà il via a metà settembre quando Stefano Parisi chiamerà a Milano tutti i soggetti interessati a costruire un'alternativa a Renzi e che contemporaneamente, non si rispecchiano nella destra populista e lepenista. A quell'incontro Matteo Salvini, segretario della Lega Nord non ci andrà, ufficialmente perchè impegnato negli stessi giorni al raduno di Pontida. Ma è chiara la distanza tra il progetto a cui lavora l'ex ad di Fastweb ed il centrodestra del futuro a cui pensa il leader leghista. Su un punto - le future alleanze - i due sembrano destinati a non incontrarsi mai: «Liberali, moderati, lepenisti, tutta aria fritta e indigesta - osserva Salvini - il tutto è per spiegare che cosa? Che bisogna tornare con Alfano, Passera e Verdini?».
Di ritorni al passato o di «ammucchiate», come le definisce, Salvini non vuol sentirne parlare: ecco perché anche sui progetti futuri il segretario della Lega ostenta prudenza. Non chiude la porta ad Arcore, ma fa una netta distinzione rispetto ai rapporti sempre più stretti con Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. Con Forza Italia «forse si può ragionare», «con Giorgia Meloni sicuramente».
Il leader della Lega non parla di leadership del centrodestra ma è chiaro che Parisi si prepara ad essere uno dei competitori5. D'altronde l'ex manager oltre ad avere il sostegno di Silvio Berlusconi e del vertice del partito (Marina, Confalonieri ed i fedelissimi del Cavaliere) ha tra i suoi fan anche big leghisti del calibro di Roberto Maroni. Su posizioni opposte rispetto a Salvini, il governatore della Lombardia fa un'apertura di credito a Parisi «ma voglio vedere cosà dirà alla convention di settembre». Giudizio diverso invece sulla cosiddetta Lega lepenista che a suo giudizio rischia di perdere il Nord.

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