L'urna di Montecarlo anche ieri ha sorriso alle italiane. Dopo il buon sorteggio capitato in Champions a Juve e Napoli, nemmeno Roma e Fiorentina si possono lamentare. Reduci dalla disfatta contro il Porto, i giallorossi si sono consolati in Europa League evitando il Manchester United, la più temuta tra le teste di serie (la squadra di Spalletti era in 2ª fascia): Totti e compagni se la vedranno con Viktoria Plzen altra fuoriuscita dalla Champions Austria Vienna (5ª in campionato) e Astra, formazione rumena che a sorpresa ha eliminato il West Ham. Girone morbido anche per i viola che trovano Paok Salonicco (fuori nei preliminari di Champions), Slovan Liberec (terzultimo nel campionato ceco) e Qarabag (tra i meno quotati del ranking), qualche difficoltà in più per Sassuolo e Inter. Dopo i brillanti preliminari contro Lucerna e Stella Rossa, gli emiliani (inseriti in 4ª fascia) affronteranno l'altro club di Vienna (Rapid, 3° in Austria), il Genk (5° in Belgio) e soprattutto l'Athletic Bilbao, uno tra i 3 club sempre presenti nella Liga, il massimo campionato spagnolo: gli altri 2 sono Barcellona e Real Madrid, tanto per rendere l'idea. I nerazzurri, che erano teste di serie, non potevano ritrovarsi faccia a faccia con Mourinho e Ibrahimovic ma hanno pescato un'altra inglese: il Southampton, orfano di Pellè finito in Cina e dell'altra punta titolare Mané, ceduto al Liverpool per 40 milioni, ma rinforzato a centrocampo dall'arrivo di Hojbjerg, ex Bayern. Con un nuovo tecnico (Puel al posto di Koeman, ingaggiato dall'Everton), i Saints hanno esordito in Premier pareggiando 1-1 col Watford di Mazzarri, per poi perdere 2-0 in casa del Manchester United. A completare il gruppo dell'Inter, i cechi dello Sparta Praga (leader in patria e killer della Lazio nell'ultima edizione del torneo) e i campioni d'Israele dell'Hapoel Beer Sheva che martedì hanno sfiorato la clamorosa rimonta contro il Celtic nei playoff di Champions.
A proposito della competizione regina, ieri l'Uefa ha ufficializzato il nuovo format, favorevole all'Italia che dal 2018-19 raddoppierà l'attuale contingente. La confederazione europea ha modificato i criteri di accesso al torneo, riservando 4 posti ciascuno alle prime 4 nazioni del ranking ovvero Spagna, Germania, Inghilterra e appunto Italia. Cambia anche il sistema dei coefficienti per club, calcolato in base a 3 blocchi di risultati: dal 1955-56 (1ª edizione della Coppa dei Campioni) al 1992-93 (stagione d'esordio della Champions League), dal 1993-94 al 2007-08 e dal 2008-09 al 2017-18, ultima annata con l'attuale formula. Cadrà il meccanismo delle teste di serie scelte tra le vincitrici dei principali campionati e ci saranno nuovi criteri di ripartizione dei premi, così suddivisi: 15% il market pool (oggi è il 40%), 60% i risultati (30% storici e 30% riguardanti l'ultima stagione), 25% la quota fissa per tutti i partecipanti.
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A proposito della competizione regina, ieri l'Uefa ha ufficializzato il nuovo format, favorevole all'Italia che dal 2018-19 raddoppierà l'attuale contingente. La confederazione europea ha modificato i criteri di accesso al torneo, riservando 4 posti ciascuno alle prime 4 nazioni del ranking ovvero Spagna, Germania, Inghilterra e appunto Italia. Cambia anche il sistema dei coefficienti per club, calcolato in base a 3 blocchi di risultati: dal 1955-56 (1ª edizione della Coppa dei Campioni) al 1992-93 (stagione d'esordio della Champions League), dal 1993-94 al 2007-08 e dal 2008-09 al 2017-18, ultima annata con l'attuale formula. Cadrà il meccanismo delle teste di serie scelte tra le vincitrici dei principali campionati e ci saranno nuovi criteri di ripartizione dei premi, così suddivisi: 15% il market pool (oggi è il 40%), 60% i risultati (30% storici e 30% riguardanti l'ultima stagione), 25% la quota fissa per tutti i partecipanti.
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