L'onda lunga del "No" alle Olimpiadi decretato da Virginia Raggi genera

Domenica 25 Settembre 2016
L'onda lunga del “No” alle Olimpiadi decretato da Virginia Raggi genera polemiche a ripetizione. Matteo Renzi, che finora aveva tenuto un profilo basso, ieri è passato a parole più forti. «Se di fronte a una grande sfida dici “preferisco non metterci la faccia”, hai sbagliato mestiere», affonda il colpo riferendosi al sindaco capitolino.
È deluso per la scelta di non ospitare i Giochi e mette da parte qualsiasi forma di bon ton istituzionale. Lo fa in più occasioni. La prima dal palco del Teatro Metastasio di Prato dove ieri si è tenuta una iniziativa per il “Si” al referendum costituzionale. Dice di non voler speculare sugli «evidenti disagi che dopo appena due mesi l'amministrazione capitolina sta avendo». E per evitare affermazioni troppo nette, non in linea con il suo ruolo, Renzi si rifugia spesso nelle figure retoriche. O almeno ci prova. Quando non gli riesce spara a zero. E quel “No diventa «un'ammissione di incapacità», perché, fa notare, «le Olimpiadi non sono domani mattina ma tra 8 anni...».
Poi da Firenze, dalle celebrazioni per i 300 anni della denominazione del Chianti classico, Renzi lancia un altro messaggio, questa volta in chiave più ottimistica. «Smettiamola - dice - di guardare con preoccupazione al futuro. L'Italia deve tornare a essere leader in tutti i settori, senza dare niente per scontato. Non dobbiamo farci intimorire. Non dobbiamo aver paura della globalizzazione», esorta. Parole pronunciate forse per arrivare anche alle orecchie di Frau Merkel, la cancelliera tedesca che mercoledì prossimo a Berlino incontrerà il presidente francese Hollande e il presidente della Commissione europea Juncker in un vertice ristretto poco apprezzato da Palazzo Chigi. É a rischio «la foto di Ventotene», dirà in serata al Tg2 il premier italiano, irritato per il mancato invito.
Ma l'attenzione di Renzi, dicevamo, si è concentrata soprattutto sull'inquilina del Campidoglio. Sul suo passo indietro diventato «una straordinaria metafora dell'Italia del No». Uno spot che entra nella campagna referendaria e che sentiremo spesso. L'Italia che dice “No” contrapposta all'Italia che dice “Si”. La prima, secondo Renzi, è l'espressione di una resa incondizionata. «Al di là del dispiacere per gli atleti, per le periferie di Roma e per la perdita id posti di lavoro, di sconvolgente c'è il fatto di dire che non fanno le Olimpiadi perché non è possibile sconfiggere la corruzione e l'illegalità». E ancora, stesso concetto: «Con la credibilità tu i ladri li cacci».
Dalle Olimpiadi «no grazie» ai Giochi che qualcuno sogna invece ad occhi aperti. Al premier si è rivolto ieri il sindaco di Cosenza Mario Occhialuto chiedendo al governo di sostenere la candidatura del Sud Italia. «Le Olimpiadi della Magna Grecia del 2028 - si legge nella lettera aperta inviata al presidente del Consiglio - rappresenterebbero una grande opportunità di riequilibrio per tutta l'area del Mediterraneo, e per un concetto identitario e integrativo di Europa fondato sulla cultura della bellezza». La lettera rilancia la proposta del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Mette insieme Napoli, Bari, Cosenza, Palermo e le rispettive regioni.
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