«Io estraneo e lo dimostrerò»

Martedì 26 Luglio 2016
«Io estraneo e lo dimostrerò»
VENEZIA - Un fulmine a cielo (quasi) sereno. Roberto Zuccato ad amici e dipendenti ha confidato di essere molto amareggiato ma l'unica dichiarazione ufficiale arriva da una nota: «Nei giorni scorsi, tramite la notifica di un avviso di garanzia, ho appreso di essere indagato per concorso in aggiotaggio ed ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza nel procedimento che riguarda la Banca Popolare di Vicenza - scrive il presidente di Confindustria Veneto ed ex consigliere e membro del comitato esecutivo di Popolare Vicenza, è uscito di scena con l'assemblea del 7 luglio scorso ma da tempo voleva dimettersi -. Ignoro i motivi del mio coinvolgimento ma sono certo di poter dimostrare la mia completa estraneità avendo sempre ricoperto il mio ruolo con correttezza e trasparenza e sono a disposizione della Procura per chiarire la mia posizione».
Roberto Zuccato dopo Giuseppe Zigliotto. Tutti due ex presidenti di Confindustria Vicenza, entrambi indagati nell'ambito dell'inchiesta per aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza che sta radiografando da mesi i bilanci di Popolare Vicenza, l'istituto veneto terremotato prima dall'ispezione della Bce che ha scoperto più di mezzo miliardo di finanziamenti baciati, diventati 1,2 miliardi con l'inchiesta interna promossa dal consigliere delegato e direttore generale Francesco Iorio. Ma non c'è solo questo filone dell'inchiesta dei pm vicentini.
Si indaga da tempo anche sull'ostacolo alla Vigilanza della Banca d'Italia, che ha sempre dichiarato di non essere a conoscenza dei giri di finanziamenti per milioni e milioni di euro che hanno coinvolto imprenditori e manager facendo ipotizzare ai magistrati anche il possibile reato di falso in bilancio. Un fiume di denaro in "grigio" con patti di riacquisto e rendimenti in molti casi certi del quale Zuccato ha sempre detto di non sapere nulla e anche ieri ha ribadito la sua completa "estraneità" a questi passaggi. I magistrati sarebbero però interessati a del materiale contenuto negli iPad dati in uso ai consiglieri d'amministrazione. E anche Zuccato ha beneficiato di finanziamenti di BpVi: per la sua Ares Line, di cui la Zeta srl della famiglia Zigliotto detiene una quota del 33%, si registrano una delibera nel 2013 per un finanziamento di 1,62 milioni di euro, una nel 2014 per 1,9 milioni e una nel 2015 per 1,89 milioni. Zuccato ha sempre dichiarato che «si tratta di semplici fidi di cassa, accordati di anno in anno». Bruscolini in confronto alle decine di milioni che finivano ad altri consiglieri a partire da Zonin. E in cda Zuccato era in buona compagnia: con lui c'erano anche altri imprenditori di spicco come l'ex presidente della Camera di Commercio di Treviso Nicola Tognana (dimessosi nell'aprile scorso) e il re dell'arredamento friulano Giovanni Fantoni. Un consiglio figlio di altre direttive - la Banca d'Italia stessa suggeriva di inserire al vertice delle Popolari industriali del territorio - ormai tramontate con l'arrivo di Atlante e della Bce. Di sicuro come imprenditore Zuccato, 64 anni, si è fatto da solo: presidente e amministratore delegato di Ares Line, azienda di Carrè (Vicenza) produttrice di poltrone per l'ufficio, l'attesa e la collettività, fondata nel 1987. Prima aveva svolto attività di responsabile commerciale in alcune aziende operanti tutte in settori differenti, sviluppando tra l'altro un'esperienza internazionale. Poi la scalata imprenditoriale e confindustriale che l'ha portato prima a guidare Confindustria Vicenza e poi alla presidenza di Confindustria Veneto dal gennaio del 2013 (la carica scade a inizio 2017). È membro della giunta di Confindustria, consigliere della Fondazione Nordest ma tiene soprattutto a un incarico: la presidenza della Fondazione Campiello, che organizza il premio letterario più ricco e importante d'Italia con lo Strega.
Maurizio Crema

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