Il referendum boccia la pace con le Farc ma Santos avverte: «Non mi arrendo»

Martedì 4 Ottobre 2016
BOGOTÀ - L'accordo di pace fra il governo di Juan Manuel Santos e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) era stato benedetto da tutti i governi dell'America Latina, gli Usa, l'Ue, l'Onu e il Vaticano ma non ha resistito la prova delle urne. Anche se per soli 65 mila voti, gli elettori colombiani lo hanno respinto, lasciando il Paese in un clima di incertezza e aprendo una fase politica di cui nessuno può prevedere l'esito. Smentendo tutti i sondaggi e i pronostici degli esperti, infatti, il 50,21% degli elettori ha detto «no» all'accordo negoziato per più di quattro anni, contro il 49,78% che lo ha approvato, in un referendum segnato da un bassissimo tasso di partecipazione (37,42%), inferiore di ben dieci punti a quello del ballottaggio presidenziale del 2014 (47,89%).
La notizia è stata un vero choc: una settimana fa, la firma dell'accordo a Cartagena de las Indias aveva riunito i big dell'America Latina e del mondo in una cerimonia che sembrava chiudere definitivamente un conflitto interno che dura da oltre mezzo secolo.
Santos, però, ha reagito in fretta. Dopo essersi giocato la sua carriera politica sul processo di pace con la guerriglia, il presidente ha anzitutto confermato il mantenimento del cessate il fuoco bilaterale con le Farc, per poi promettere che lotterà «fino alla fine del mio mandato» per l'accordo di pace e aprire al dialogo con i promotori del «no».

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