Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ieri ha rotto i ranghi dell'Unione Europea,

Sabato 17 Settembre 2016
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ieri ha rotto i ranghi dell'Unione Europea, nel primo vertice informale dopo la Brexit che avrebbe dovuto mostrare l'unità dei 27 per rilanciare il progetto di integrazione comunitaria. «Non devo fare una recita a copione per far vedere che siamo tutti uniti», ha detto Renzi, mentre Angela Merkel e François Hollande tenevano una conferenza stampa congiunta per sottolineare lo spirito di «collaborazione» dell'incontro di Bratislava. «Io non sono disponibile a partecipare all'atteggiamento perbenista di chi dice il summit è andato bene, che va tutto bene», ha spiegato Renzi.
La dichiarazione dei capi di Stato e di governo contiene una road-map su immigrazione, sicurezza ed economia. Ma i temi più controversi – distribuzione dei rifugiati, riforma di Dublino, modifica dei trattati, flessibilità e Fiscal compact – sono stati tenuti fuori dall'agenda ufficiale. «Non sono soddisfatto delle conclusioni del vertice sulla crescita e l'immigrazione. Non posso andare in conferenza stampa» con Merkel e Hollande «se non condivido alcune cose», ha affermato Renzi.
La spaccatura è profonda, anche se il premier si dice ottimista sulle «possibilità dell'Europa», in particolare in vista del vertice informale che si terrà a Roma nel marzo 2017 per celebrare i 60 anni dalla firma del trattato. «Per l'Italia iniziano sei mesi impegnativi». Anche se il Regno Unito «ha deciso di andarsene, l'Ue resta indispensabile per tutti noi», hanno detto i leader nella dichiarazione di Bratislava. I leader si sono impegnati a «offrire ai cittadini una visione di un'Ue attrattiva in cui possano avere fiducia». Ma la road-map del vertice appare poco ambiziosa. Sull'immigrazione, i leader hanno promesso di rafforzare la frontiera tra Bulgaria e Turchia e di lanciare entro la fine dell'anno i guardia-coste e guardia-frontiera targati Ue. La promessa di accelerare sui migration compact con i paesi terzi – in particolare il Nord Africa – per ridurre i flussi e aumentare i rimpatri non è bastata a Renzi. «Definire passo avanti il documento sui migranti di oggi richiede qualche forma di fantasia, da funamboli del vocabolario: si sono ridette le solite cose», ha spiegato. Anche sulla sicurezza e il terrorismo, la road-map non contiene nulla di nuovo. I 27 si sono impegnati a rafforzare la cooperazione tra servizi di intelligence e ad introdurre controlli sistematici nei confronti di chiunque attraversi la frontiera esterna dell'Ue. È soprattutto sul capitolo economico che, secondo l'Italia, Bratislava ha lasciato a desiderare. La discussione sul Patto di Stabilità, il Fiscal Compact e il rafforzamento della zona euro è tabù, nel momento in cui Francia e Germania si preparano a elezioni presidenziali e politiche. Al di là del raddoppio del fondo di investimenti di Jean-Claude Juncker, non ci sono impegni concreti. «Dobbiamo avere consapevolezza che la filosofia dell'austerity a tutti i costi in Europa non ha funzionato, lo dicono i numeri», ha sottolineato Renzi: «Ora si deve decidere che fare con il Fiscal compact. Dopo 5 anni va a scadenza. Dobbiamo decidere se ha futuro o no. Io credo di no».
Gli altri leader hanno invece cercato di mascherare le divisioni sulle questioni più controverse, parlando di cooperazione e risultati concreti. «Bratislava è il punto di partenza di un lavoro intenso», ha detto Merkel. Per il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, dopo il vertice si può dire «che c'è speranza» per l'Ue. Ma, mentre Tusk e Juncker parlavano, è arrivato l'ultimo avvertimento di Renzi su twitter: «Passo in avanti, ma piccolo piccolo. Troppo poco. Senza cambiare politiche su economia e immigrazione, l'Europa rischia molto».
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