«Il mio lavoro durerà poco. Vicenza avrà velocemente il suo segretario».

Venerdì 29 Luglio 2016
«Il mio lavoro durerà poco. Vicenza avrà velocemente il suo segretario». Franco Manzato, da due giorni commissario della Lega vicentina, non ha intenzione di tirarla in lungo, giusto i tempi tecnici necessari a curare le procedure e ad assicurare lo svolgimento del confronto che a Vicenza è sempre stato animato, con congressi spesso vivacizzati da candidature plurime.
Così dopo l'estate e presumibilmente dopo il doppio referendum (autonomia del Veneto e riforme costituzionali), Manzato convocherà il congresso per la successione ad Antonio Mondardo, il segretario provinciale decaduto martedì notte dopo che il Consiglio nazionale ha accettato le sue dimissioni per quanto avesse dichiarato la volontà di ritirarle. Un'intenzione di rientrare che ha trovato però la porta chiusa. Ieri intanto sono migliorate le condizioni di Mondardo, commercialista e tesoriere della Liga veneta (ricopre questo incarico dal 1998, dai tempi dell'uscita di Comencini) che l'altra notte, a seguito di un crollo psicofisico, era finito in ospedale in stato di choc. Un epilogo drammatico, del tutto a sorpresa, che ha scosso il partito. Quali siano le motivazioni profonde e le cause scatenanti di questo forte disagio non è ancora chiaro. Circolano varie ipotesi. «Non c'è niente da dire» taglia corto la moglie Daniela, subito rientrata da una vacanza all'estero per stare accanto al marito nel momento difficile. Anche in Liga, a caldo, c'è cautela per evitare di prestare il fianco a strumentalizzazioni. «Gli auguro di rimettersi presto» dice Toni Da Re, segretario veneto del Carroccio.
Intanto il popolo della Liga veneta prende le misure alla raffica di espulsioni, sospensioni e richiami irrogati dall'ultimo Nazionale. Qua e là sono riapparsi malumori e tensioni. «Non è che torniamo indietro al clima della segreteria Tosi?» si chiedono preoccupati, anche sui social network, gruppi di militanti. Non dovrebbe essere così perchè si tratta per lo più di militanti che alle recenti amministrative si erano candidati in liste contrapposte alla Lega o si erano comunque comportati in modo scorretto ai danni di candidati leghisti. Espulsioni praticamente automatiche. Non tutte, però. Alcuni provvedimenti per qualche parola di troppo - si fa notare - potevano essere perdonati. E poi c'è il caso della cacciata del sindaco di Carceri, Tiberio Businaro, per critiche mosse sulla stampa alla gestione dell'azienda di gestione dei rifiuti Padova Tre di cui è vicepresidente (e che ha un buco di bilancio da 30 milioni). Businaro farà ricorso, punta a rientrare. Per ora dice di voler frenare l'indignazione dei sostenitori (alle Regionali 2015 ha preso 2200 preferenze): «C'è chi vuole restituire la tessera, li convincerò a non farlo. Ma chiedo: ha senso per un partito perdere un amministratore che da anni rappresenta un territorio per motivi che ancora non si capiscono?».
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