I presidi del Sud rifiutano il Veneto

Venerdì 26 Agosto 2016 di Ci sono 150 istituti senza guida, si dovrà ricorrere alle reggenze. Cgil scuola: «Serve un nuovo concorso locale»
I presidi del Sud rifiutano il Veneto
I prèsidi delle altre regioni snobbano il Veneto. Nessuno dei dirigenti inseriti nelle graduatorie della Campania e dell'Abruzzo, dove ci sono più abilitati che posti liberi, ha scelto di venire a lavorare nelle scuole venete. Eppure qui le presidenze vacanti non mancano. Anzi. Ad oggi ci sono addirittura 150 istituti senza preside. E adesso le cose si complicano in vista della ripresa delle lezioni, fissata per il 12 settembre. L'ufficio scolastico regionale contava infatti di affidare 25 scuole, come da quote previste per legge, a dirigenti provenienti da altre parti d'Italia attraverso la mobilità interregionale. Ma stavolta non si è fatto avanti nessuno. Zero. Un silenzio sorprendente. L'anno scorso dalla Campania e dall'Abruzzo erano arrivati una ventina di dirigenti, poi distribuiti nelle scuole delle varie province. Quest'anno, invece, uno solo ha scelto il Friuli. Nessuno il Veneto. Il problema è che qui non ci sono più prèsidi: la graduatoria del concorsone regionale di tre anni fa è esaurita da un pezzo. A questo punto, al netto di sempre più improbabili ripescaggi, agli ex provveditorati provinciali non resterà che riempire tutte le caselle delle presidenze vacanti ricorrendo alle reggenze. Cioè affidando a un preside che gestisce già un proprio istituto l'incarico di guidare contemporaneamente anche un'altra scuola tra quelle rimaste senza preside. Con tutte le difficoltà che ne conseguono. Visti i numeri, però, è inevitabile. I dirigenti degli uffici scolastici provinciali hanno già iniziato a chiamare i prèsidi per stilare gli elenchi dei doppi incarichi. In mezzo a mille perplessità. L'unico vantaggio delle reggenze è il risparmio per le casse pubbliche: un dirigente «a scavalco» costa meno di due dirigenti. Per questo qualcuno teme che lo schema delle scuole gestite «in tandem» possa diventare definitivo. L'unica consolazione è che, a quanto pare, alla base dei «niet» dei dirigenti scolastici delle altre regioni ci sarebbero solamente motivi di natura logistica. «È una questione di comodità: i prèsidi della Campania e dell'Abruzzo hanno preferito scegliere scuole nelle regioni più vicine a casa, come Lazio, Toscana e così via - spiega Claudio Baccarini, responsabile regionale dirigenti scolastici della Cgil - non stiamo parlando di giovani, ma di persone di una certa età con famiglia e figli. Spostarsi non è semplice. Alla fine sono state presentate solo ottanta domande su 200 posti per la mobilità interregionale in tutta Italia». Chi non presenta alcuna domanda rimane comunque in graduatoria. E così molti preferiscono attendere che si presenti la possibilità di andare a gestire una scuola vicina a casa. «C'è solo una soluzione - conclude Baccarini - avviare finalmente anche in Veneto un nuovo concorsone per prèsidi. Stavolta, però, non con i numeri risicati: non si può pensare di coprire solo i posti al momento vacanti. Bisogna invece creare una graduatoria per evitare il ripetersi di situazioni del genere nel giro di pochi anni». (((favarom)))
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci