I colossi tedeschi sono a rischio

Domenica 31 Luglio 2016 di Nello scenario avverso Deutsche Bank finisce al 7,8%, male anche Commerzbank
Le maggiori banche tedesche sono a rischio. Dopo i moniti della Fed e del Fondo Monetario, il giudizio della Autorità Bancaria Europea a conclusione del terzo round di stress test su 51 istituti europei, conferma le preoccupazioni sullo stato patrimoniale di Deutsche Bank e Commerzbank, entrambe classificate tra le dodici banche più deboli dell'area comunitaria.
Con gli stress test, introdotti dopo la crisi finanziaria del 2008, si cerca di conoscere la capacità patrimoniale degli istituti di credito per capire se sono dotati di un cuscinetto di capitale sufficiente in caso di crisi. Nello scenario negativo di base è previsto un Pil in flessione nel biennio che si estende fino al 2018, un peggioramento dei rating dei titoli di Stato e un deterioramento dei prezzi degli immobili, sia residenziali che commerciali. I revisori dell'Eba hanno registrato per Deutsche Bank un Cet 1 (indice che misura il rapporto tra capitale versato e rischio assunto) del 7,8%, due decimi di punto sotto l'obiettivo medio fissato dai regolatori. È un risultato migliore di quello registrato nel 2014, come tiene a sottolineare il Ceo John Cryan, e per di più ottenuto al termine di una fase di controllo più rigida di quelle precedenti. La discesa dell'indice rispetto all'11,1% dell'anno scorso è comunque preoccupante: due terzi dei 220 punti base erosi nel capitale sono da imputare ai costi legali che la banca sta affrontando per saldare i conti degli scandali scoppiati nel corso degli ultimi anni, e l'emorragia non è ancora finita. La pesante ristrutturazione effettuata nell'ultimo anno non ha ancora tirato la banca tedesca fuori dal pantano del rischio sistemico, e in un eventuale aggravamento delle condizioni avverse la Deutsche, alla pari della britannica Barclays, potrebbe diventare la miccia capace di innescare una nuova crisi finanziaria globale.
Identica preoccupazione per l'altro grande istituto tedesco: la Commerzbank, il cui 15% è nelle mani del governo tedesco dopo le due recenti ristrutturazioni. Nel suo caso la caduta del capitale è di 471 punti base, e il Cet 1 scenderebbe al 7,42% in presenza di condizioni avverse. Le due banche sono state comunque assolte dall'Eba, così come il resto delle 9 banche analizzate, che in media hanno registrato un Cet 1 del 9,4%. Nell'analisi sono emerse altre debolezze tra le Landesbanken, la rete di istituti a piena o parziale partecipazione pubblica, ma il risultato straordinario di una tra esse: la Nord-Reno Westfalia che ha fatto registrare un Cet 1 del 35%, è bastato a sollevare il dato generale e far promuovere l'intero sistema, in attesa della conclusione del processo di revisione che avverrà a fine anno. Gli stress test non sono una sentenza ma una semplice valutazione necessaria per verificare lo stato di salute di una banca, e richiederle se necessario, di compensare il difetto di capitalizzazione con maggiori fondi.
I mercati sono comunque molto sensibili alle valutazioni espresse dall'Eba, e le conseguenze saranno visibili nella riapertura di domani. Il titolo della Deutsche Bank in particolare subirà con ogni probabilità nuove pressioni, dopo le ripetute cadute che negli ultimi tempi l'hanno ridotto a quasi un quarto del valore che aveva nel momento di picco, a gennaio del 2014. La chiusura di venerdì scorso, a 13,44 dollari di valore, è stata la più bassa degli ultimi trenta anni.
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