«Giovani, abbattete i muri»

Venerdì 29 Luglio 2016
Un milione di cuori appassionati, vitali, positivi battevano all'unisono nel parco di Blonia. Zainetti, ponci antipioggia, scarpe da ginnastica inzaccherate. Pioveva ma nessuno dei ragazzi della Giornata Mondiale della Gioventù sembrava avvertire freddo, fame, stanchezza. «Volete cambiare il mondo?» Papa Bergoglio sollecitava la folla. «Le cose possono cambiare? Non ho sentito bene. Più forte, più forte». La replica è un boato. Poi un altro boato e un altro ancora. In una babele di lingue. «Si, oui, yes, ya, tak, sim». Si sgolavano i giovani portoricani e quelli di Cuba, gli americani e i canadesi, gli iracheni e i keniani, gli italiani e i francesi, i lituani e sudafricani. Tutti sotto lo stesso cielo. Crocefissi al collo, telefonini in mano. La pioggerellina continuava a cadere impietosa su di loro ma era come se quella moltitudine irradiasse naturalmente di una felicità nascosta, di questi tempi inusuale. Nel parco di Blonia i sogni di quei giovani hanno neutralizzato la prospettiva cupa del terrore, del diverso, dell'Isis alle porte di casa. Anche se dal Papa non è stato minimamente evocato il martirio del prete francese sgozzato come un montone tre giorni fa, la paura collettiva sembrava sgonfiata, sbaragliata. «Dovete ascoltare coloro che non comprendiamo; quelli che vengono da altre culture, da altri popoli; anche quelli che temiamo perché crediamo che possono farci del male». Francesco ha chiesto ai giovani cattolici di lanciarsi «nell'avventura della misericordia». La ricetta della felicità viene individuata in un percorso lungimirante e controcorrente: «Costruire ponti e abbattere muri, recinti e reti; soccorrere il povero, chi si sente solo e abbandonato, il profugo, il migrante, chi non trova più un senso per la sua vita». Cambiare il mondo forse è ancora possibile facendo leva sull'ottimismo della fede, anche per tagliare fili spinati, reti, barriere, abbattere muri di cemento o semplicemente il pregiudizio. Anche per dialogare con l'Islam e per dire loro «con tanto rispetto il perché della nostra fede». Nessuno ieri a Blonia ha parlato di terrorismo e non lo ha fatto nemmeno Bergoglio, eppure ogni sua frase rimandava a un presente sempre più complicato. Coraggio e speranza. «La vita è piena quando la si vive a partire dalla misericordia, che questa è la parte migliore e che mai ci sarà tolta». Ai giovani si è rivolto ancora sollecitando una risposta. E la folla non si è fatta attendere con il suo fragore. «Misericordia». Papa Francesco governava la folla e la trascinava. Visto che la mattina, mentre diceva messa al santuario di Czestochowa, era caduto inciampandosi nella veste bianca, ha voluto trarre da questo piccolo incidente personale un motivo di riflessione generale: «Non conta tanto cadere, ma rialzarsi. E la mano di Cristo – ha aggiunto – è sempre tesa per sollevarci». Un'altro tassello da aggiungere alla ricetta per la felicità in orizzonti lividi come quelli che stiamo vivendo. Naturalmente Papa Francesco non ha voluto modificare la sua agenda per via dell'allarme terrorismo. Così al parco di Blonia è arrivato su un tram elettrico, super ecologico, con i colori vaticani – bianco e giallo – e diversi ragazzi disabili a fargli compagnia.
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