Coperta dal velo sfila i soldi alla turista

Martedì 30 Agosto 2016 di Sfrutta l'hijab per rendersi irriconoscibile: il colpo messo a segno sotto gli occhi di due vigili urbani
Le hanno acchiappate ma è stato un lavoro molto complicato. E un tantino delicato. Il rischio era quello di compiere una gaffe madornale, ma alla fine hanno avuto ragione. Già, perchè dopo il marinaio tuffatore dal Ponte di Rialto, i ciclisti per le calli, i droni che svolazzano sulle capocce dei turisti e crollano al suolo, fino alla turista e alla sua "famosa" pipì, anche le borseggiatrici hanno voluto la loro parte inventandosele sempre una di nuova. Non c'è pace per Venezia.
Eh già, pur di sgraffignare un po' di soldi hanno pensato bene di vestirsi (o travestirsi) nientemeno con l'hijab, il tradizionale vestito delle donne arabe, di stretta osservanza islamica, che copre tutto il volto lasciando solo gli occhi scoperti, pur di mettere a segno il colpo.
É accaduto ieri mattina, verso mezzogiorno, sul Ponte di Rialto, quando tra la calca dei turisti che affollano le scalinate, una donna in rigoroso ed elegante hijab nero in pura seta ha alleggerito una turista tedesca proprio sulla sommità del Ponte, approfittando della folla, e con l'aiuto di una complice.
Un'azione in quattro e quattr'otto, di una rapidità fulminea. Quello che le due borseggiatrici non avevano calcolato era, che alle loro calcagna, anche se parzialmente increduli ai loro occhi per il camuffamento, vi era una squadra della sezione di polizia giudiziaria della Polizia locale di Venezia che, poco dopo riusciva ad intercettare le due donne ai piedi del Ponte, nell'area di San Giacometto.
Così, sono finite nei guai due giovanissime nomadi, due sorelle, O.L., 17 anni, e O.S., 16 anni, entrambe di nazionalità bosniaca, forse anche musulmane, domiciliate in un campo nomadi di Milano. Dopo un rapido controllo, una delle due donne ha tirato fuori il maltolto estraendolo dal reggiseno. I soldi sono poi stati restituiti alla legittima proprietaria che non si era accorta di nulla.
Nel corso delle indagini da parte dei Vigili urbani, è emerso - peraltro - che le due donne avevano architettato nel tempo diversi furti con destrezza ai danni di numerosi turisti. E in molti di questi episodi avevano architettato il colpo con l'abile travestimento dell'hijab, ma addirittura con il niqab e con una sorta di burqa, tanto per rendere ancor più irriconoscibile il loro volto e quindi riuscire a farla franca con molta più facilità. Secondo le "speciali" statistiche della Polizia locale lagunare è emerso che la borseggiatrice con il velo è stata fin qui colta in flagranza di reato per ben altre quattro volte nell'ultimo anno e mezzo, mentre sono oltre una trentina le borseggiatrici fermate dall'inizio dell'anno dai Vigili urbani.
Le due donne - alle quali per verificare l'esatta età anagrafica è stata fatta l'analisi del polso, constatando che entrambe erano minorenni - sono state trasferite nel carcere minorile di Santa Bona, a Treviso a disposizione dell'autorità giudiziaria. Nei loro confronti è scattata una denuncia per furto in concorso aggravato con destrezza.
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