Borse a picco, Milano -4% Sterlina ai minimi storici

Martedì 28 Giugno 2016
Borse a picco, Milano -4% Sterlina ai minimi storici
MILANO - Nuovo scivolone dei mercati nel dopo Brexit, con l'Europa che perde un nuovo 4,1% e manda in fumo altri 282 miliardi di euro di capitalizzazione e Milano che scivola del 3,94% a nuovi minimi da tre anni. Soffrono soprattutto le banche britanniche, ancora sui timori degli effetti dell'uscita dalla Ue. Ma il finale è da dimenticare anche per tutti gli istituti italiani, con perdite a due cifre e in una seduta di sospensioni a singhiozzo tra i gruppi principali del listino milanese.
I mercati restano in attesa di indicazioni dalle banche centrali sulle possibili misure per limitare la volatilità e sostenere l'economia dell'eurozona. Mario Draghi avrebbe dovuto incontrare domani il presidente della Fed, Janet Yellen, al forum Bce a Sintra in Portogallo, ma il numero uno della Banca Centrale Usa ha annullato la sua partecipazione, secondo quanto reso noto dalla stessa Fed.
Tornando ai titoli azionari del Vecchio Continente, a Londra Royal Bank of Scotland alla fine cede il 17,3%, Lloyd il 10,3%, Barclays perde il 17,3, mentre nel comparto dei viaggi EasyJet affonda del 22,3%. A Milano Mps va giù del 13,3%, Mediobanca del 12,8%, Intesa Sanpaolo del 10,9%, mentre Unicredit perde l'8%. I cali colpiscono poi Ubi (-6,3%), nel giorno della presentazione del nuovo piano, Bpm (-7,2%), il Banco (-6,2%), ma anche Azimut (-11,8%), Unipol (-10,2%) e Generali (-8,5%).
All'avvio dei mercati azionari europei un tentativo di rimbalzo comunque c'è stato, soprattutto a Madrid che faceva i conti con l'esito delle elezioni politiche di domenica in Spagna. In poco più di un'ora il clima si era già deteriorato. Per la prima volta nella storia il rendimento del Gilt decennale britannico è sceso sotto l'1%. E a metà seduta, le debolezza delle banche britanniche è diventata un tonfo. Tutti i principali listini viaggiavano già in forte calo e a stretto giro anche la sterlina è ripartita all'ingiù che ha chiuso al minimo da 30 anni sul dollaro (1,31).
Nel pomeriggio sono partiti in netta discesa anche gli indici a Wall Street e per il Vecchio Continente non c'era più nulla da fare. A fine giornata i volumi trattati sono risultati due volte e mezza la media giornaliera dell'ultimo mese, mentre sui titoli britannici sono stati pari a tre volte. Ha finito in calo dell'1,8% anche Madrid, nonostante aver guadagnato fino al 3,4% in avvio dopo che alle elezioni i popolar sono cresciuti restando il primo partito, pur senza una maggioranza per governare da soli.
Proprio per puntellare le banche italiane, il governo punta una fiche di circa sei miliardi, nel caso in cui Brexit dovesse dare la stura a una nuova tempesta perfetta e duratura. «Bisogna fare qualcosa per dare fiducia ai risparmiatori» ha detto ieri da Berlino Matteo Renzi. Per sondare la fattibilità di un intervento pubblico sotto forma di garanzia di eventuali ricapitalizzazioni, secondo quanto risulta al Messaggero, un emissario avrebbe consultato ieri gli uffici della Bce. Si vuole verificare con Francoforte la flessibilità ad autorizzare operazione che vedono la Cdp accanto ad investitori privati: in prima fila ci sarebbe Andrea Bonomi, patron di Investindustrial, molto apprezzato negli ambienti istituzionali e finanziari e uno dei pochissimi investitori molto liquidi, disposti a mettere soldi non in operazioni da avvoltoi. E fonti istituzionali coinvolte riferiscono che l'erede della nobile famiglia milanese sarebbe disposto visto che è stato socio forte di Bpm dove ha tentato in primavera di rientrare e ha a lungo corteggiato Carige. Va anche detto che Bonomi sarebbe stato sondato per fargli spazio in Atlante con un ruolo attivo, ma senza esito. «Oggi il quadro normativo è molto difficile da maneggiare», ha aggiunto Renzi, a margine del vertice europeo, ma «tutto ciò che servirà per dare tranquillità sarà oggetto di attenzione del Governo e delle istituzioni europee, nel rispetto delle regole».

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