Bonucci apre a Balo: «È maturato»

Mercoledì 5 Ottobre 2016
FIRENZE - Prima la commozione di un padre davanti alla malattia che nei mesi scorsi ha colpito il figlio più piccolo, Matteo, due anni appena. Poi il ruggito del guerriero che da anni guida la difesa della Juve e della Nazionale e aspetta di sfidare domani la Spagna di Morata e Iniesta sperando di batterla come è stato ai recenti Europei. Leonardo Bonucci si conferma protagonista, in campo e fuori.
L'azzurro ha raccontato, come mai fatto finora, dei due mesi difficili vissuti da lui e dalla sua famiglia «ma alla fine ne sono uscito più forte grazie a Matteo, all'altro mio figlio e a mia moglie. Il calcio è importante ma lo è di più quel che accade nella vita, ho capito più che mai quali sono le cose che contano per davvero, molto più di un passaggio sbagliato». Si è commosso Bonucci, gli occhi lucidi, la voce incrinata. Poi ha lasciato lo spazio alla sfida allo Stadium «che mi trasmette sempre tanta energia. Affrontiamo la favorita, lo era anche in Francia ma poi la battemmo e il pensiero mi gasa tanto. Certo, ora è una nazionale diversa, ha cambiato ct, vorrà riscattarsi, giocherà una gara offensiva con presunzione ma anche con rispetto. Noi allora dovremo dare di più di quanto fatto in Israele».
Affrontare la Spagna significa anche sfidare l'amico Morata: «In pochi anni diventerà tra i più forti al mondo». Con Barzagli e a Buffon guiderà ancora la difesa azzurra come succede nella Juve, mancherà solo Chiellini per squalifica, al suo posto ci sarà il giovane Romagnoli che Bonucci promuove a pieni voti: «Insieme a Rugani rappresenta il fiore all'occhiello della difesa della Nazionale del futuro». Una Nazionale che potrebbe accogliere di nuovo Balotelli: «Le porte sono sempre aperte e Mario con quel che ha detto di recente sta iniziando a pensare come un adulto. Ora deve mostrare di avere maturità e umiltà in campo e fuori. Il Balotelli delle "balotellate" non serve: siamo cresciuti assieme, da piccoli lo prendevo sotto braccio, gli tappavo la bocca, lo consolavo, gli ho sempre voluto bene. Se capisce come comportarsi per diventare importante in un gruppo non vedo perché, considerando le sue qualità tecniche, non debba tornare». Chiusura con qualche rimpianto legato ai recenti Europei: «Avremmo dovuto lavorare meglio sui rigori, non li avessimo considerati scontati con la Germania forse sarebbe finita diversamente". Ora però c'è da matare la Spagna.

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