BOGOTÀ, - Il Premio Nobel per la Pace assegnato ieri a Juan Manuel Santos (nella

Sabato 8 Ottobre 2016
BOGOTÀ, - Il Premio Nobel per la Pace assegnato ieri a Juan Manuel Santos (nella foto con la moglie Maria Clemencia Rodriguez) ha ridato nuovo vigore e slancio al processo di pace lanciato dal presidente per porre fine al conflitto con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), scosso dalla bocciatura di un primo accordo con la guerriglia nel referendum di domenica scorsa.
Nell'annunciare il premio a Santos - una scelta che ha sorpreso non pochi osservatori - la presidente del Comitato Nobel, Kaci Kullman Five, ha ammesso che il risultato del referendum «ha creato una grande incertezza per il futuro della Colombia», ma appunto perché esiste «un pericolo reale che il processo di pace si fermi e che riprenda la guerra civile», il comitato ha deciso di premiare gli «sforzi risoluti» per la pace del leader colombiano.
Ha sorpreso anche che il premio sia stato assegnato solo a Santos, e non alle Farc («lo meritavano anche loro», ha osservato l'ex ostaggio franco-colombiano Ingrid Betancourt), anche se Kullman Five ha sottolineato che il Nobel «dovrebbe essere visto come un tributo al popolo della Colombia» e a «tutte le parti in causa che hanno contribuito a questo processo di pace», nonché alle vittime della guerra.
Dopo essere stato svegliato dalla telefonata del Comitato Nobel alle 5 del mattino, Santos ha ringraziato l'istituzione norvegese per il riconoscimento che gli è stato attribuito, e ha sottolineato che malgrado la bocciatura nelle urne dell'accordo con le Farc «la pace è vicina, la pace è possibile, è l'ora della pace».
In un breve messaggio, Santos ha detto che «ora tutti dobbiamo unire le nostre menti e i nostri cuori per conquistare il premio più importante: una pace giusta e duratura».
«Colombiani, questo premio è vostro, e ora dobbiamo impegnarci perché non ci sia più una sola vittima, dobbiamo riconciliarci e unirci per chiudere questo processo di pace con un accordo giusto e duraturo», ha aggiunto il presidente.
I primi effetti politici del Nobel a Santos sono arrivati poche ore dopo dall'Avana, dove i negoziatori del governo colombiano e delle Farc hanno diffuso un comunicato comune nel quale hanno confermato che il processo di pace va avanti. Le due parti hanno ammesso che è necessario riconoscere la vittoria del «no» nel referendum di domenica. Era la prima volta che le Farc lo dichiaravano ufficialmente. Inoltre, e questo risulta ancora più importante, i negoziatori hanno accettato l'iniziativa di Santos di consultare i promotori del «no» per definire «correzioni e precisazioni» all'accordo di pace, che saranno poi discusse al tavolo della trattativa all'Avana.

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