Boccia: fare un salto di qualità da produttori a imprenditori

Sabato 16 Luglio 2016
«Dobbiamo fare il salto da produttori ad imprenditori». È il monito rivolto dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia alle piccole e medie imprese venete (e non solo). La differenza? «Oggi occorre essere innovativi in ogni funzione aziendale, capire di finanza, di marketing, fare un buon prodotto è quasi scontato».
Ad Oderzo, nel salone open- space all'interno della sede della Nice, va in scena la terza tappa del «Viaggio nell'Italia che innova», promosso dal Sole 24 Ore, Confindustria nazionale e Confindustria Piccola Industria , in collaborazione con EY. Il leader degli industriali italiani parla ad un'ampia platea di colleghi e rappresentati del mondo economico veneto, molti trevigiani ovviamente (anche sul palco a raccontare la propria storia). Nessun rappresentante ufficiale di Unindustria, però, tantomeno la presidente Maria Cristina Piovesana, che ha inviato giusto un messaggio di saluto. Sarà che a palazzo Giacomelli si sono sentiti scavalcati, per non essere stati coinvolti nell'organizzazione? Boccia ha preoccupazioni ben più gravi. A partire dal rischio che l'Italia rimanga «schiacciata tra l'alta competitività della Germania e le possibili svalutazioni britanniche, in seguito alla Brexit». «Ci pervade un doppio sentimento - dice il presidente di viale dell'Astronomia -. Orgoglio, perchè siamo il secondo paese industriale in Europa e rabbia, perchè senza i deficit competitivi, potremmo essere il primo».
Insomma, se le imprese innovano, resta la zavorra del sistema paese. Il numero uno di Confidustria sollecita una politica economica «che parta dall'offerta per arrivare alla domanda» e punta su detassazione dei premi di produttività per diffondere la contrattazione di secondo livello. Proprio in mattinata era stata siglata un'intesa in materia con Cgil, Cisl e Uil: «È un passo: vediamo se sarà il primo o uno dei tanti», rimarca Boccia.
Sul peso della burocrazia, concorda anche il governatore Luca Zaia, intervistato dal direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano: «Nessun imprenditore mi ha mai chiesto finanziamenti, tutti mi chiedono di ridurre le complicazioni». Il Veneto, peraltro, sembra messo meglio di gran parte delle altre regioni: voti sopra la media in tutti gli indicatori dell'Osservatorio Confindustria - EY, presentato da Donato Iacovone (ad della società), dalla digitalizzazione all'efficienza del mercato del lavoro, dal capitale umano fino alle tanto criticate infrastrutture.
Il ministro per lo Sviluppo Carlo Calenda - in video - ribadisce la convinzione «che gli investimenti dovrebbero essere esclusi dal patto di stabilità per un certo numero di anni. Ho indicato tre anni almeno come orizzonte». Poi c'è il nodo credito: nei primi sei mesi el 2106 «Intesa Sanpaolo ha erogato complessivamente a medio e lungo termine 22 miliardi di euro», ricorda Stefano Barrese, responsabile Banca dei Territori del gruppo.
Ultimo scoglio, le dimensioni: occorre ingrandirle, secondo Alberto Baban. «Se si costruisce la relazione tra innovazione e pmi - chiosa il presidente della Piccola industria -, la piccola e media impresa crescerà e il Paese decollerà con lei». Insomma meno piccoli, ma soprattutto imprenditori.
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