Accoglienza ai migranti soldi finiti, servizi a rischio

Lunedì 26 Settembre 2016
Adesso la complessa macchina dell'accoglienza rischia di andare in tilt. Sono finiti i soldi e, se non arriveranno entro il 30 settembre, cooperative, onlus e società che gestiscono i centri per migrati potrebbero interrompere l'erogazione dei servizi. Al conto mancano 600 milioni di euro, fondi stanziati con la legge di Stabilità che il ministero dell'Economia, nonostante i numerosi solleciti, non ha trasferito al Viminale. Alla fine dell'anno la cifra raggiungerà comunque un miliardo di euro e per quella data dovranno arrivare altri 400 milioni.
Intanto la situazione rischia di precipitare: il sistema, che al 23 settembre, contava 159.763 ospiti, potrebbe smettere di funzionare, con conseguenze imponderabili. Le società che garantiscono vitto, alloggio e assistenza sanitaria ai migranti minacciano di abbandonare i centri.
L'ultimo trasferimento dal Dipartimento del Tesoro è arrivato il 31 marzo. Da allora le erogazioni per il pianeta immigrazione si sono interrotte. Mancano i 600 milioni di euro previsti dalla legge di Stabilità 2016, un ritardo che ha portato il ministero ad accumulare debiti con le cooperative e le società che assicurano i servizi di vitto e alloggio e di assistenza sanitaria nel sistema Sprar, nei centri di accoglienza, nelle strutture temporanee e negli hot spot creati per volere dell'Europa. Da quella data il ministero non ha più saldato i conti con le società. E se le cooperative più grandi, che vivono anche di altre commesse, possono permettersi di anticipare le spese, altre associazioni e onlus, specializzate in questo tipo di servizi, non sono in grado di continuare a garantire i servizi senza incassare il corrispettivo previsto dai contratti stipulati con il Dipartimento per le Libertà civili e l'immigrazione.
Anche la Croce rossa, attiva nei Cie, nei Cara e nei centri di prima accoglienza, sarebbe pronta a tirarsi indietro se non arriveranno i soldi.
I SOLLECITI - L'ultima lettera, ancora senza risposta, indirizzata al Gabinetto del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è partita 15 giorni fa dal Dipartimento per le Libertà civili e l'immigrazione del Viminale. Nei mesi precedenti, era stato lo stesso Angelino Alfano a sollecitare il trasferimento dei fondi. La prima richiesta era partita addirittura lo scorso aprile, ma in questi mesi non è accaduto nulla. I soldi non sono arrivati e il conto alla fine dell'anno raggiungerà comunque il miliardo di euro. Denaro indispensabile per mandare avanti la complessa macchina dell'accoglienza. La cifra, prevista, in base al trend di arrivi, sarebbe comunque leggermente più bassa rispetto a quella pagata lo scorso anno, quando l'assistenza sanitaria e l'ospitalità per i richiedenti asilo è costata un miliardo 162 milioni di euro.
L'ACCOGLIENZA - Attualmente sono 159.763 i migranti accolti nelle strutture del Viminale con un trend di sbarchi leggermente più alto rispetto allo scorso anno. Dall'inizio dell'anno al 23 settembre sono arrivate 131.139 persone, l'1,36 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2015. L'attuale situazione potrebbe creare anche problemi rispetto all'Europa. Intanto Palazzo Chigi progetta di rivoluzionare la gestione del sistema immigrazione.
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