Se non curiamo l'acqua d'inverno paghiamo d'estate

Martedì 18 Luglio 2017
Ad ogni estate, puntuali come l'influenza d'inverno, arrivano, chiamati a gran voce da noialtri e sempre in coppia, questi due energumeni violenti e baruffanti il cui solo scopo è far danni il più possibile: il Grande Secco ed il Grande Fuoco. Siamo dei masochisti, non c'è dubbio, visto che li coccoliamo a dovere aiutandoli a più non posso nella loro azione distruttrice. Il primo, da mesi, ha ridotto i fiumi a rigagnoli, i canali irrigui in secco, i torrenti montani a sassosi declivi, i laghetti glaciali a muscosi prativi ed i fossi urbani a cloache mefitiche andando poi sempre più in profondità per inaridire le falde che ci sostentano.
Subito, per emendarci dai nostri sciagurati comportamenti che alimentano il distruttore abbiamo esternato cascate di proclami e di piani d'intervento alcuni suggestivi come la volontà di sigillare le fontane a getto continuo che, poverelle, prelevano certo l'acqua di falda, ma la rendono immediatamente al suolo.
Il Grande Fuoco intanto sta bruciando mezza penisola con la nostra fattiva partecipazione fatta di azioni delinquenziali, i piromani impuniti e professionali, e di scellerate insulsaggini normative come la cancellazione del Corpo Forestale dello Stato smembrato senza un perché con le sue specifiche competenze passate ad altri corpi, già oberati pesantemente. Così mentre muoiono innocenti per salvare le loro povere cose dalle fiamme devastatrici si apprende, con orrore, che dei 32 velivoli antincendio solo 4 volano, gli altri a terra per intoppi burocratici e manutenzione e che il personale addetto è stato mandato in ferie obbligate lasciando strada libera al fuoco che, dati alla mano, in un solo mese ha bruciato una superficie pari a quella di tutto l'anno scorso. Fantastico, no?
Vittore Trabucco

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