REFERENDUM/1
L'OBBLIGO
DI FAR CAPIRE
L'articolo 70 della riforma è

Venerdì 2 Dicembre 2016
REFERENDUM/1
L'OBBLIGO
DI FAR CAPIRE
L'articolo 70 della riforma è passato da 9 parole a trecento e più parole e se a noi si attaglia bene il personaggio di Azzeccagarbugli, non per niente inventato da un italiano, possiamo già immaginare le liti tra istituzioni; un articolo 70 che per i più è incomprensibile e ciò fa parte del gioco oligarchico. Non vale affermare che esso è perfettamente comprensibile dagli addetti ai lavori perché in politica tutti dovrebbero capire. In democrazia l'obbligo di far capire assume l'aspetto dell'imperativo categorico, specie nel contesto della Carta fondamentale della Repubblica, nella quale la Repubblica trova il suo spirito vitale.
Manlio Padovan
REFERENDUM/2
CITTADINI
ALL'ESTERO
Il 1 dicembre è stato l'ultimo giorno utile per la spediaione per posta della scheda elettorale votata da parte dei cittadini italiani residenti all'estero.
Io, come penso tutti gli italiani, residente in Italia domenica prossima 4 dicembre dovrò recarmi presso il seggio munito del certificato elettorale, di documento di identificazione, per ricevere la scheda, quindi entrare in cabina per esprimere il mio voto da inserire nell'urna.
Poichè la vigente Carta Costituzionale recita art. 3: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, ritengo che si va ad esprimere un voto di rilevanza costituzionale in maniera palesemente in constrasto coi principi costituzionali. Probabilmente i Padri Costituzionalisti si staranno rigireranno nella tomba.
Celeste Balcon
Belluno
REFERENDUM/3
VENETO, MENO
AUTONOMIA
Il 4 Dicembre è una giornata cruciale per i Veneti e per chi vive in Veneto. Questo referendum costituzionale potrebbe portare a modifiche sostanziali che inciderebbero profondamente sul nostro vivere quotidiano. Quello che non si è ribadito abbastanza è il contenuto negativo che deriverebbe dall'applicazione della nuova Carta. La Regione Veneto perderebbe competenza e poteri decisionali in molte materie, mentre le Regioni a Statuto speciale non verrebbero toccate dalla (contro) riforma e questo aumenterebbe il divario fra il Veneto e le Regioni confinanti danneggiando ancora di più Belluno e i comuni di confine che verrebbero dimenticati maggiormente rispetto ad oggi, passando da cittadini di serie B a serie Z. Il Nordest, senza quel minimo sindacale di autonomia che ha oggi, sarebbe ancor più dimenticato (solo l'erario si ricorda che esistiamo) e considerato sempre più periferia dell'impero, aumentando il malumore e le spinte centrifughe. Inoltre, nel nuovo Senato il Veneto avrebbe solo 7 rappresentanti e sarebbe sottorappresentato rispetto ad ora non potendo far valere pienamente le proprie ragioni e leso il nostro peso demografico (4.925.000 abitanti); mentre altre Regioni più piccole, penso solo al Molise (314.000 abitanti) con ben 2 rappresentanti, sarebbero sovrarappresentate! Ma quello che dovrebbe preoccupare di più è la materia sanitaria, con la nomina dei direttori generali da parte del ministero che oltre a non conoscere il territorio applicheranno pedissequamente i criteri ministeriali con la possibilità che molti reparti vengano chiusi. Penso solo al caso dell'Ospedale Civile di Venezia, il cui punto nascite non supera i 500 parti annui e andrebbe chiuso secondo le tabelle ministeriali. Ma la Regione si è opposta.
Davide Del Negro
Venezia

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci