La deriva illiberale e autoritaria di Grillo

Giovedì 5 Gennaio 2017
Egregio Direttore,
se una certa simpatia e condivisione poteva coinvolgermi verso chi tenta di demolire pesanti momenti di questa politica, ieri sono rimasto esterrefatto da nuove elucubrazioni grilline verso l'informazione. Non è detto che tutto ciò che si scrive e che altri mass media rappresentano siano condivisibili, ma non si può altrettanto dire che il tutto vada verificato e sottoposto al giudizio di un Tribunale. Dicevano i latini che in medio stat virtus, ma oggi la virtus mi sembra un concetto antico di fronte a cotante, e non indifferenti, esternazioni. Oggi ogni confronto è acido e alterato da una recrudescenza, da parte di alcuni, politici e non, che invita a pensare al peggio, al ritorno a stili che di democratico non conservano nulla e che, per contro, attingono a pensieri che la storia ci ha consegnato, con le conseguenze che conosciamo, e di cui non siamo capaci di farne tesoro. Allora, per tornare a queste nuove e preoccupanti esternazioni, che odorano di epurazioni e lager, mi chiedo se e cosa i cittadini ne pensano, mi chiedo perché non salgono grida indignate a difesa di libertà che dalla guerra i nostri vecchi ci hanno regalato e di cui non riusciamo (mi auguro proprio che non sia così) a farne tesoro... Grazie a Mario Ajello che ha scritto un bellissimo articolo su purghe e giurie popolari dove il valore del blog assume una dimensione oggi impossibile da condividere. Fortunatamente possiamo ancora scrivere sui giornali e parlare e decidere con il libero voto. Un sincero e convinto sostegno a tutti coloro che svolgono il difficile lavoro di informare. Se non si condivide resta ancora il confronto, civilmente inteso.
Luciano Vedorin
Mogliano Veneto (Tv)
Caro lettore,
confessione per confessione le dirò che sono sempre abbastanza cauto nel parlare di derive autoritarie o di far paragoni con atteggiamenti e parole d'ordine che rimandino al Ventennio fascista. Tuttavia alcune recenti uscite del garante del Movimento 5 Stelle, ossia Beppe Grillo, non possono essere archiviate come semplici battute o come intemperanze dialettiche. Qua siamo di fronte a qualcosa di più serio e preoccupante.
Il dietrofront sull'avviso di garanzia e la proposta di un tribunale popolare per giornale e giornalisti sono una prova evidente dell'inadeguata cultura democratica dell'ex comico e del prevalere nella sua strategia politica di una concezione autoritaria, finora più o meno mascherata da parole d'ordine genericamente anti-sistema.
Non metto in dubbio la buona fede e il sincero impegno di tanti militanti pentastellati, ma è evidente la deriva illiberale del loro leader, sempre più intollerante nei confronti di chiunque la pensi diversamente. La nostra è una democrazia fragile e inefficiente in cui una classe politica spesso inadeguata e non raramente corrotta ha sperperato risorse e opportunità. Ma l'alternativa a tutto ciò non può essere rappresenta dai nostalgici delle purghe e dei tribunali speciali.

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