Il piano alternativo di Angelino

Domenica 19 Marzo 2017
Angelino Alfano ha sciolto il suo partito. Per farne uno nuovo, più grande, più plurale, più ambizioso. L'operazione è possibile? Rispetto ad alcuni anni fa, la situazione è propizia per esperienze moderate, europeiste, popolari e liberali. Il nuovismo e la rottamazione sono già diventate archeologia, il maggioritario e in via di sostituzione con il proporzionale, il Pd deve decidere che cosa vuole essere (prima del referendum lo sapeva benissimo, una falange renziana, ma poi è mancata a sbattere) e Berlusconi non sa ancora come sciogliere la sua strategia: puntare ancora all'alleanza con la Lega e Fratelli d'Italia o stabilire definitivamente un format da Ppe dialogante con le forze non estreme e nel caso perfino con il Pd in una eventuale larga alleanza dopo le elezioni? Nello spazio di queste attese, nel nuovo contesto anche europeo in cui il populismo - bestia nera dell'alfanismo - non sembra più così invincibile, dall'Olanda alla Francia, e in cui la socialdemocrazia al contrario del popolarismo è in crisi profonda, una forza di centro non asfittica potrebbe avere buon gioco. E allearsi, dopo il voto, o con la destra berlusconiana e non salviniana o con un Pd sempre che i dem non si buttino troppo a sinistra.

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