I nuovi media tra cultura e fake news

Venerdì 28 Aprile 2017
La nostra cultura non è altro che informazione. In questi termini, il tema delle fake news può rappresentare un pericolo per la società moderna. In una cittadinanza zeppa di comunicazione, ma priva di conoscenza e consapevolezza, l'inerzia intellettuale dell'individuo e il bombardamento di notizie provenienti dalle più disparate fonti possono alimentare il fenomeno della disinformazione.
Un fenomeno conosciuto e alimentato da una scarsa percezione della realtà, che si fonda sull'assenza di una corretta educazione culturale e informativa, oggi accentuata dall'utilizzo, talvolta distorto e inconsapevole, dei social network. Narcisismo e superficialità degli utenti, che condividono anche ciò che non si conosce, costituiscono un terreno fertile per la proliferazione delle fake news.
L'accesso a una varietà potenzialmente infinita di documenti e materiali ha come conseguenza la possibilità di una fruizione dei prodotti culturali, in qualsiasi luogo e in qualunque momento.
Il carattere sempre più social delle interazioni interpersonali, unitamente al surplus informativo disponibile in Rete, rischia di annullare comprensione e apprendimento, in un turbinio di zapping informatico, a detrimento della capacità critica dell'individuo.
La cultura diventa, quindi, strumento essenziale per la selezione e il filtraggio delle informazioni.
Se come riteneva Clifford Geertz, l'uomo è un animale sospeso fra ragnatele di significati che egli stesso ha tessuto, e la cultura consiste in queste ragnatele, allora appare fondamentale puntare su una conoscenza scevra da possibili manipolazioni degli eventi, che rischiano di cristallizzarsi nella memoria collettiva.
Ripensare, quindi, al ruolo della Rete appare imprescindibile.
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