Come e perché va accettato il patto con le banche Popolari

Giovedì 9 Marzo 2017
Gli azionisti di Veneto Banca sono posti di fronte ad una scelta importante relativamente allo scambio proposto dalla Banca circa la rinuncia a qualsiasi azione legale in cambio di un modesto riconoscimento pecuniario ma ferma restando la titolarità delle azioni.
Come è noto, la proposta avrà un seguito se accettata da almeno l'80% degli azionisti. Alla base di questa scelta vi sono due aspetti di non trascurabile importanza: il primo riguarda la perdita subita dagli azionisti in questi ultimi anni, come elemento di una decisione certamente non facile. Ma è corretto valutare la scelta sulla base delle perdite subite e non piuttosto sulle prospettive di rilancio di una banca liberata dal peso di contenziosi tra l'altro di problematico esito?
Certo la perdita di valore delle azioni è rilevante ma in linea con quanto avvenuto nelle banche popolari negli anni recenti. Dal 31 dicembre 2014 e nei 12 mesi successivi, Veneto Banca ha svalutato crediti per circa due miliardi ed avviamenti per un altro miliardo. La svalutazione dei crediti deriva principalmente dall'innalzamento progressivo dell'asticella dell'indice di copertura dei crediti, richiesto dalla BCE alle principali banche italiane, nonché dai crediti andati in sofferenza, anche in ragione delle insolvenze delle imprese nel contesto della crisi economica. Non va trascurata la ricetta imposta alle popolari: intraprendere un percorso rapido verso la trasformazione. Tutti i fattori sopra indicati hanno inciso duramente sul valore di Veneto Banca ma forse a molti è sfuggito che nel solo 2016 altre Banche popolari, già quotate, hanno perso in Borsa gran parte del loro valore.
È sufficiente leggere i listini per constatare che altre importanti e solide banche popolari quotate hanno accusato, nel solo 2016, una perdita di valore in borsa sino al 65% (UBI Banca).
Per restare in Veneto, Banco popolare - che sino al 2014 aveva accumulato perdite per circa 4 miliardi di euro, buona parte dei quali coperti da aumenti di capitale, tornato in utile nel 2015 già scontava un valore di borsa molto inferiore al Patrimonio Netto e nel solo periodo gennaio/novembre 2016 ha visto ridurre il proprio valore in borsa di circa il 75%. La perdita di valore arriva a circa 80% se si prende in esame il periodo agosto 2015/novembre 2016.
Ne consegue che anche per Veneto Banca, dopo la perdita di valore scaturita dalle svalutazioni 2014/2015, non si può non tener conto di un'ulteriore perdita nel 2016 in linea a quella accusata dalle banche quotate. Pertanto, l'argomento delle perdite subite non appare un valido motivo per rinunciare alla proposta.
Il secondo aspetto riguarda la possibilità che il singolo azionista possa astenersi furbescamente dall'adesione, nella speranza di godere dei vantaggi che la rinuncia alle controversie da parte della maggioranza indubbiamente porterà al capitale della banca, mantenendo nel contempo il diritto all'azione legale; non rendendosi conto però che questo comportamento potrebbe far venir meno proprio una delle condizioni per il rilancio della banca, danneggiando così anche sè stesso.
In definitiva, la convenienza ad aderire alla proposta non deve essere valutata né in rapporto tra indennizzo e perdita subita, né su un calcolo egoistico di convenienza destinato a rivelarsi controproducente, bensì sulla base delle prospettive che la transazione avrebbe nel migliorare la futura operatività e redditività della banca. Non partecipare all'adesione significa lasciare aperte le liti. Ciò può determinare inoltre l'impossibilità di trovare investitori disposti al necessario futuro aumento di capitale, compreso l'eventuale intervento dello Stato. Se ciò accadesse, l'azionista perderebbe davvero tutto, anche la possibilità di sottoscrivere futuri warrant.
D'altra parte, la necessità di instaurare un rapporto nuovo con i suoi soci in cui credibilità, reputazione e fiducia siano alla base di un futuro sviluppo, implica per Veneto Banca l'elaborazione di un piano industriale realistico che evidenzi con trasparenza le prospettive cui l'azionista andrà incontro.

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