Sarà costruita in Puglia la fabbrica degli elicotteri

Martedì 31 Gennaio 2017
Sarà costruita in Puglia la fabbrica degli elicotteri
«Fra dieci anni, forse, ci saranno più elicotteri che auto. Succederà come con i computer»: ne è convinto Sergio Bortoluz, titolare della Konner helicopters di Amaro, società nata nel 2002 e che attualmente conta una ventina di addetti in Carnia, al centro dell'interesse per un megainvestimento in Puglia da 90 milioni di euro e 300 posti di lavoro a regime in un quinquennio. Un balzo che non ha nulla di improvvisato perchè dietro c'è il lavoro di anni. Ad Amaro è nato K1, elicottero ultraleggero di ultima generazione, seguito da K2 Italia, velivolo a due posti con 600 chilometri di autonomia, capace di atterrare e decollare su un fazzoletto di terra. Il progetto prevede la realizzazione in Puglia di motori per elicotteri, degli elicotteri K1 e K2 più un terzo, più potente e in grado di porsi in competizione con le aziende statunitensi del settore. Nel sito ex Miroglio di Castellaneta ci sono 15mila metri quadrati che verrebbero concessi in comodato d'uso gratuito. È lo stesso Comune di Castellaneta a rendere nota la questione, in seguito a un incontro che ha avuto luogo nella sede dell'assessorato al Lavoro della Regione Puglia. La società friulana, precisa una nota, è l'unica azienda, fra quelle che hanno manifestato interesse per il sito, ad aver presentato un piano industriale presso Invitalia che dipende dal Ministero per lo sviluppo economico. In gioco, per favorire la rinascita del sito, un finanziamento di 20 milioni di euro, fondi europei e regionali. Le istituzioni pugliesi premono perchè sia messa in agenda al più presto una convocazione al Ministero «per conoscere i tempi dell'eventuale finanziamento pubblico richiesto dalla società Konner». È un business che fa gola agli investitori stranieri. Pronta a essere della partita la Poligroup, tra le principali multinazionali della Cina, che finanzierebbe con una quota del 40% l'impresa pugliese, orientata al mercato europeo, a condizione però che poi Konner si trasferisca in Oriente per impiantare una fabbrica di ben maggiori dimensioni che potrebbe occupare anche oltre mille addetti. E Bortoluz spiega che è tuttora in piedi anche l'ipotesi russa perchè sono state intavolate trattative anche con imprenditori dell'Est che tuttavia imponevano la condizione di trasferire la produzione sul loro territorio. E Bortoluz su questo frena.
«Dispiacerebbe tantissimo dover chiudere. Ci stiamo dando da fare con tutte le forze per mantenere in Carnia almeno la parte ricerca e sviluppo, ma questo avverrà forse, ma forse, perchè è ambita sia in Puglia che dai cinesi» spiega. «Adesso tutti parlano...Ce isal succedut? E speriamo di tenere qui le briciole». Paradossale.
Bortoluz si esprime con passione, non vorrebbe fare l'emigrante per dare ali a questi progetti. Una volta stretto l'accordo per la cessione del brand dell'orgoglio italiano non resterebbe neppure il nome. Eppure a bussare alla sua porta sono venuti solo da fuori: dalla Slovenia, dalla Carinzia, da Pechino - invitando poi nella sede in un palazzo da 110 piani con un'altro edificio all'interno - da Mosca e anche dalla Puglia perchè l'iniziativa ormai prossima ad andare in porto è stata lanciata dal Meridione. Adesso dai sindacati arrivano già le prime prese di posizione, incredule.
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