Polizze-auto con carte false

Venerdì 26 Maggio 2017
Brillante operazione dalla Polizia stradale di Amaro, che ha individuato e sgominato un'organizzazione criminale responsabile di numerosi colpi messi a segno a danni delle agenzie assicurative che operano non solo a Udine ma anche in tutto il Centro e Nord Italia, comprese Padova e Vicenza. L'operazione, chiamata Pwi, ha portato la Procura della Repubblica di Napoli, titolare dell'inchiesta, a chiedere il rinvio a giudizio di 36 persone, per le ipotesi di reato di truffa nei confronti delle agenzie assicurative e di uso di falsa documentazione, sia di circolazione che identificativa.
Centocinquanta i contratti assicurativi accertati come stipulati con falsa documentazione, mentre si attesta sulle centinaia di migliaia di euro il danno arrecato alle compagnie assicurative. Gli episodi rilevati nell'indagine, che è stata lunga e molto complessa, sono solamente una parte di quelli realmente trattati dal sodalizio di malviventi secondo gli investigatori: ad oggi si stima, infatti, che il numero di polizze curate dai truffatori sia quantificabile in diverse centinaia. L'inchiesta, che prende il nome dall'indirizzo e-mail usato dall'organizzazione, è iniziata alla fine del 2015 ed è scattata a seguito di una denuncia di truffa presentata dalla titolare di un'agenzia assicurativa di Tolmezzo.
La squadra di polizia giudiziaria della Polizia stradale di Amaro, Sottosezione comandata dall'ispettore capo Sandro Bortolotti, ha portato allo scoperto un sodalizio criminale composto da persone di origine napoletana. Il gruppo di malviventi operava in particolare nella provincia di Udine. A capo della banda c'era un'intera famiglia composta da tre fratelli, di cui una donna, e dalla moglie di uno di questi. La ricostruzione delle truffa ha permesso di stabilire in maniera inequivocabile che le condotte illegali erano iniziate già da parecchio tempo, dal 2014.
La consorteria criminale, facendo leva sulla diversificazione della tariffazione assicurativa che c'è tra Centro-Nord e Sud Italia, commercializzava polizze riguardanti mezzi regolarmente immatricolati nella provincia di Napoli e nelle zone limitrofe, facendoli però figurare illecitamente immatricolati in altre province, come quella di Udine, dove le tariffe sono molto inferiori. Il tutto era ben architettato e portava alla contrattazione diretta, via telefono, della stipula della polizza assicurativa in agenzie della provincia di Udine, ma anche, per fare qualche esempio, in quelle di Padova, Vicenza, Bolzano, Vercelli, Torino, Bologna, Firenze, Isernia e Campobasso. Il sodalizio criminale era in grado contraffare varia documentazione, sia identificativa che di circolazione o fiscale.
A seconda dei casi, agli agenti assicurativi venivano forniti carte d'identità, codici fiscali, visure camerali, certificati di proprietà, tutti creati ad arte, oltre a carte di circolazione sulla quale erano stati applicati falsi tagliandi che attestavano l'avvenuto passaggio di proprietà a favore di privati residenti nel Centro e Nord Italia. Le agenzie assicurative che provvedevano materialmente a stipulare i contratti assicurativi erano all'oscuro di tutto.

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