Pochi abbandoni in classe Istituti friulani da primato

Giovedì 24 Agosto 2017
Pochi abbandoni in classe Istituti friulani da primato
UDINE - Friuli Venezia Giulia da primato: la nostra regione registra il più basso tasso a livello nazionale di abbandono scolastico: il 6,9%, secondo l'elaborazione di Ismeri Europa su dati Istat e Eurostat, riferiti al 2015. Non solo, è una percentuale inferiore di oltre 4 punti rispetto alla media europea. Lo ricorda l'assessore regionale all'Istruzione, Loredana Panariti, in occasione dell'approvazione da parte della giunta regionale delle nuove Linee guida per l'istruzione e la formazione professionale, una competenza regionale che il Friuli Venezia Giulia esercita con la gestione di percorsi professionalizzanti triennali e, recente novità, quadriennali, per i ragazzi con età inferiore ai 18 anni. Tali linee guida saranno il riferimento per l'attività dell'anno scolastico che sta per incominciare, «nel quale dettaglia l'assessore si prevede il finanziamento di corsi per 4.184 allievi con oltre 28 milioni di euro». Un investimento significativo al quale i giovani rispondono mettendo a buon frutto il percorso compiuto, poiché «sappiamo che oltre il 90% di essi conferma Panariti , dopo la qualifica o il diploma, lavora o continua gli studi». Quindi non si accasano tra i cosiddetti Neet, coloro cioè che né studiano né lavorano. La bassa percentuale di abbandono scolastico «è un risultato molto positivo dovuto a un sistema scolastico di qualità», sottolinea Panariti, riconoscendo un impegno trasversale in tutte le tipologie di scuole per far proseguire gli studi ai ragazzi, ma un ruolo importante lo gioca anche la formazione professionale. «Ha avuto successo la proposta del quarto anno di studio ragiona l'assessore e stiamo avendo positivi riscontri dall'offerta duale che ha debuttato l'anno scorso, quella cioè che prevede un'alta percentuale del percorso formativo direttamente in azienda». Le Linee guida appena approvate intendono «integrare i percorsi formativi esistenti laddove necessario o individuarne di nuovi in relazione alle mutate esigenze del mercato del lavoro». Allargando l'orizzonte, Panariti considera «positiva» la proposta del ministro all'Istruzione Valeria Fedeli di alzare l'obbligo scolastico a 18 anni, «tuttavia aggiunge , sono molto preoccupata dal fatto che in regione non abbiamo sufficienti dirigenti o personale Ata. Bene alzare l'obbligo, ma occorre provvedere perché la scuola abbia tutto ciò che è necessario per funzionare adeguatamente».
Antonella Lanfrit
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