Pd, ora si scalda Bolzonello

Martedì 6 Dicembre 2016
Pd, ora si scalda Bolzonello
Il merito della riforma costituzionale, bocciata anche in Friuli Venezia Giulia con 60,97% no e 39,03% sì e un'affluenza al 72,5%, il giorno dopo è più di acqua passata, poiché il risultato così schiacciante è diventato tutta materia per leggervi il presente e il futuro dei partiti che si sono schierati sui due fronti. Ancor di più perché la regione annovera la presidente come vice segretaria del Pd nazionale e questo ruolo qui non è valso se non ad avere la percentuale dei no leggermente ancora più alta del dato finale italiano, pari al 59,11%.
Da qui gli occhi puntati sulla direzione nazionale dei Dem annunciata per domani dal premier dimissionario Matteo Renzi. Ciò che si dirà nell'appuntamento romano qui potrebbe avere le sue ripercussioni già da sabato, quando si terrà l'assemblea regionale dei Democratici.
Quella, infatti, sarà il luogo delle analisi ma, probabilmente, per decidere le sorti della segreteria regionale retta da Antonella Grim e per chiedere alla presidente, come hanno rifatto in queste ore i senatori Francesco Russo e Lodovico Sonego, se intende ricandidarsi alla Regione nel 2018 o andarsene a Roma. Anche perché non è detto che si arrivi a fine legislatura.
I consiglieri regionali Vincenzo Martines e Mauro Travanut rincareranno chiedendole di lasciare l'incarico da vice segretaria nazionale. Se domani Renzi annuncerà la data del congresso nazionale del partito, scatterà anche in Fvg il percorso congressuale.
E se la data fosse nei primi mesi dell'anno (gennaio o febbraio), alla segreteria regionale o non si faranno ritocchi o si potrebbe puntare su una guida collegiale. Una tale scelta preluderebbe alle elezioni anticipate, che ieri nel Pd Fvg in molti davano quasi certe. Forse aprile, più probabile giugno e, si sostiene da più parti nel Pd, con Serracchiani candidata a Roma.
Da presidente di Regione, infatti, non è incandidabile e quindi non deve dimettersi dal ruolo, a meno che poi non sia eletta. In quel caso dovrebbe scegliere e anche per la Regione potrebbero esserci elezioni anticipate rispetto alla primavera 2018. Con un candidato per il centrosinistra che è già in allenamento, il vice presidente della Giunta Sergio Bolzonello.
Tutto ciò in un anno, il 2017, in cui bisogna riprendere in mano il cosiddetto patto Padoan-Serracchiani, per ridefinire gli accordi finanziari nei rapporti Stato-Regione. Un dossier vitale per l'esercizio della Specialità.
A tifare per le urne anticipate tra i vincitori c'è il capogruppo alla Camera e segretario regionale della Lega Massimiliano Fedriga, che interpreta il voto come «un forte segnale contro chi governa la Regione». L'esponente del Carroccio ha sollecitato Serracchiani «a prenderne atto togliendo dalla legge di Stabilità i finanziamenti a favore delle Unioni comunali» e l'ha invitata a «riflettere se è il caso di dare le dimissioni».
Subito il capogruppo del Pd in Consiglio, Diego Moretti, ha ribattuto che «dall'esito del voto non ci devono né possono esserci conseguenze sul piano dell'amministrazione regionale, ma Fedriga ha ribadito, che è pronto a correre per la presidenza. Anche se i conti nel centrodestra non sono ancora fatti, poiché la coordinatrice regionale di Forza Italia ieri ne ha avute tanto per Serracchiani che per lui. «Avere il doppio incarico, vice di Renzi e presidente Fvg. ha dimostrato tutte le sue controindicazioni e i suoi limiti», ha affermato Savino riferendosi a Serracchiani. Quanto a Fedriga, gli ha ricordato che «Fi è il primo partito all'opposizione» e che l'ultima parola sul candidato presidente gli spetta.
Anche il M5S legge i risultati come una volontà della gente di cambiare rotta in regione: «Il Pd non ha voluto i referendum sulla riforma sanitaria e sulle autonomie locali perché sapeva che avrebbe fatto la stessa fine», ha affermato Cristian Sergo.
Nel turbinio delle reazioni, Serracchiani resta sul referendum e su Facebook dice che «il giorno dopo rimane la tristezza. Il grande sforzo profuso per cambiare in meglio il Paese non è andato a buon fine ma il nostro impegno per l'Italia non finisce qui e rimarrà altissimo».
E la segretaria regionale del Pd, Antonella Grim, pur «amareggiata», considera che «dobbiamo ripartire da quanto realizzato fino ad oggi, facendo tesoro dell'entusiasmo e dell'impegno messi in questa campagna referendaria».
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