L'ex vicesindaco di Lignano Sabbiadoro, Giovanni Iermano, coinvolto suo malgrado

Mercoledì 28 Giugno 2017
L'ex vicesindaco di Lignano Sabbiadoro, Giovanni Iermano, coinvolto suo malgrado
L'ex vicesindaco di Lignano Sabbiadoro, Giovanni Iermano, coinvolto suo malgrado nell'indagine aperta dalla Procura antimafia di Trieste su presunte irregolarità del voto amministrativo del Comune nel 2012, vuole essere ascoltato direttamente dal procuratore distrettuale Carlo Mastelloni.
La sua istanza di comparizione spontanea verrà formalizzata oggi. Sarà depositata con una memoria predisposta dal suo legale, l'avvocato Luca Ponti, con alla mano i dati delle ultime tornate elettorali. Dati incompatibili, secondo la difesa, con i circa 400 voti che, in tesi accusatoria, sarebbero stati spostati nella presunta operazione di voto di scambio finita al centro dell'inchiesta. Allo stato Iermano, che ora siede in Consiglio sui banchi dell'opposizione, non ha ricevuto alcun avviso di garanzia. E il suo nome non compare espressamente neppure nella relazione 2016 della Direzione nazionale antimafia presentata giovedì scorso dal procuratore nazionale Franco Roberti, che ha portato alla luce l'inchiesta sulla presunta migrazione organizzata di nuclei familiari dalla Campania a Lignano fra il 2011 e il 2012 in prossimità delle elezioni comunali.
Ma gli elementi citati nella relazione, «l'ex vicesindaco, anch'egli di origine campana, poi risultato primo fra gli eletti in consiglio comunale», porterebbero proprio a lui. Da qui la scelta di spiegare subito la propria posizione. «I dati elettorali delle quattro tornate a cui ha partecipato spiega l'avvocato Luca Ponti - sono incompatibili con i numeri supposti nella relazione. Iermano ha ottenuto delle preferenze sempre sostanzialmente stabili, oltre il centinaio». Inoltre, secondo la difesa, negli anni non ci sarebbero stati mai neppure picchi di 400 voti in più nella località balneare friulana. «Anche comparando i voti prima e dopo non ci sono mai state simili oscillazioni». La difesa è pronta a smontare anche l'argomentazione della supposta attribuzione della presidenza della commissione edilizia. Iermano fu nominato in commissione urbanistica «solo alcuni mesi dopo per circostanze del tutto imprevedibili, non dipendenti da lui. Non c'era stato nessun accordo elettorale», chiarisce ancora l'avvocato Ponti. La commissione era inizialmente presieduta da un altro componente della giunta che poi fu costretto a dimettersi per altre vicende giudiziarie.
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