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Martedì 30 Maggio 2017
TRIESTE - Numeri esatti non possono esistere nelle previsioni, ma un dato di fatto c'è: centinaia di posti di lavoro del tutto nuovi creati nella Sanità regionale fra 2016 e 2017, dei quali oltre 200 per infermieri e il resto per operatori sanitari. La cifra effettiva in ogni caso si aggira attorno alle 400 unità.
Lo attesta Maria Sandra Telesca, assessore regionale alla Salute, di fronte alla decisione di procedere subito a un nuovo concorsone in Friuli Venezia Giulia per reclutare 466 infermieri e all'imminenza di un analogo concorso per operatori socio-sanitari: oltre 200 ulteriori assunzioni, sulla base dei fabbisogni delle singole Aziende delle quali l'Egas sta facendo, ora, una sintesi.
In questi mesi, dopo il concorso esperito nel 2016 per 167 infermieri, la Sanità regionale in realtà ha rimpolpato gli organici con circa 500 assunzioni, che soltanto in parte sono servite a garantire la sostituzione del personale che ha lasciato il servizio. Inoltre ulteriori fabbisogni saranno soddisfatti scorrendo le graduatorie di questi nuovi concorsi.
Telesca sottolinea che «le critiche sono sempre bene accette, tuttavia il Friuli Venezia Giulia si colloca al terzo posto in Italia nel rapporto fra cittadini residenti e personale dipendente dalla Sanità, alle spalle soltanto di Valle d'Aosta e Province di Trento e Bolzano».
Una novità importante annunciata al Gazzettino dall'assessore è la direttiva alle varie Aziende del Servizio sanitario di mettere nero su bianco nei prossimi contratti di assunzione la clausola di rinuncia per due o tre anni alla richiesta di trasferimento in realtà esterne al territorio del Fvg. «In numerosi casi abbiamo osservato che la persona assunta, una volta espletato il periodo di prova di sei mesi, presenta domanda per andare a prestare servizio in altre aree del Paese». Cosa che «ci preoccupa molto e ci costa molto, visto che questo personale assunto viene formato adeguatamente con le nostre risorse».
Non solo. Con i sindacati la Regione sta definendo un percorso che conduca le Aziende a instaurare procedure di mobilità interna tali da permettere al personale di non restare troppo a lungo vincolato alla medesima mansione qualora desideri cambiare per aspirazione professionale o sia costretto a farlo in ragione delle proprie condizioni fisiche.
Un fronte, questo, particolarmente sentito da infermieri e operatori socio-sanitari, una larga misura dei quali lavora sulla prima linea ospedaliera ed è pertanto sottoposto a uno stress di particolare onerosità: si pensi ai turni, alle notti, ai frequenti sforzi fisici che è necessario affrontare nella quotidianità dei reparti. Un sistema flessibile, oltretutto, spianerà comprensibilmente la strada a una migliore efficienza del servizio reso ai pazienti.
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