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Mercoledì 29 Marzo 2017
«Perché, riguardo l'uso delle lingue minoritarie, dobbiamo continuamente denunciare e inseguire altre regioni, più propositive della nostra?». Se lo chiede Diego Navarria, il presidente dell'Assemblea della comunità linguistica friulana l'organismo istituito con legge regionale e che oggi annovera l'adesione di 102 Comuni sui 175 friulanofoni in regione -, dopo aver appreso della decisione del Governo nell'ultimo Consiglio dei ministri, quello di venerdì scorso.
In quell'occasione si è dato il via libera a una norma di attuazione dello Statuto speciale del Trentino-Aldo Adige con la quale, in sostanza, si equipara la lingua ladina in tutto e per tutto a quella italiana e tedesca riguardo alle modalità di accertamento della stessa per le assunzioni degli impiegati della pubblica amministrazione in Provincia di Bolzano e per il personale pubblico della Provincia di Trento qualora abbiano competenza regionale.
Nel particolare, il decreto legislativo del Governo dispone che «l'esame per l'accertamento della conoscenza della lingua ladina sia effettuato con le medesime modalità che caratterizzano l'accertamento delle lingue italiana e tedesca e che si concluda con analogo attestato». Inoltre, il provvedimento interviene anche in materia scolastica nella Provincia di Bolzano. Si prevede che gli studenti delle scuole delle località ladine, che abbiano frequentato per dieci anni tali scuole, se conseguono presso di esse un diploma di scuola superiore e un titolo universitario. Possono ottenere l'attestato di conoscenza delle tre lingue. Non da ultimo, per il personale di lingua ladina si dispone che l'esame di ladino normato nel 1983 sia equiparato all'esame per l'accertamento della conoscenza della lingua ladina.
Da tali premesse, Navarria incalza la Regione con un altro quesito: «E da noi, perché nulla si muove rispetto alla conoscenza della madrelingua per i dipendenti della pubblica amministrazione?». Non solo i friulani in Friuli Venezia Giulia sono la maggioranza, mentre in Trentino-Adige i ladini sono una minoranza, ma per di più qui, ricorda il presidente dell'Assemblea, «l'articolo 4 del nostro Statuto stabilisce che la Regione ha potestà legislativa in materia di ordinamento degli Uffici e degli enti dipendenti dalla regione e stato giuridico ed economico del personale a essi addetto».
Perciò, sostiene, «la Regione avrebbe potuto da sempre, ed era sua potestà, richiedere l'accertamento della conoscenza della lingua friulana ai dipendenti pubblici. Non sarebbe stato null'altro che il riconoscimento del diritto, a chi si fosse rivolto a un ufficio, di poter usare la sua lingua». Navarria invita quindi la Regione «a provvedere con una norma ordinaria che, senza estremismi talebani, preveda l'accertamento di competenze nella lingua friulana, almeno per una quota di dipendenti, da accertare mediante il possesso di una certificazione linguistica o prova d'esame al momento dell'assunzione. Ne beneficerebbero i nostri lavoratori friulani ma soprattutto lo status della nostra lingua».

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