IN AGENDA

Martedì 21 Marzo 2017
Caccia al voucher. È quella che è andata in scena in Friuli Venezia Giulia non appena venerdì scorso si è diffusa la notizia che il Governo li aveva eliminati, consentendo però di adoperarli fino alla fine del 2017 a coloro che ne avessero già in tasca o acquistati entro la data dell'entrata in vigore del decreto legge con cui l'istituto è stato abolito. In pratica una manciata di ore rispetto alla diffusione della notizia.
Così è scattata la corsa di commercianti, titolari di bar e di altre categorie, per verificare la dotazione di voucher in tasca e l'individuazione del tabacchino più vicino per un rapido acquisto. Per chi ce l'ha fatta a far scorta non è stata impresa facile. Fino a una certa ora della giornata, infatti, è stato possibile acquistarli in contanti e poi, invece, solo con bancomat o carta di credito. Ma, naturalmente, dopo aver fatto la fila. In qualche tabacchino nel centro di Udine, per esempio, si è arrivati a oltre un'ora di attesa. Nel giorno in cui, dunque, sono stati cancellati dalla decisione assunta dal Governo, per eliminare il referendum voluto dalla Cgil su questo strumento, sono stati contemporaneamente ricercatissimi. Nel 2016 in Friuli Venezia Giulia sono stati venduti 6 milioni di voucher.
Nelle stesse ore in cui gli imprenditori erano alle prese con file e acquisti all'ultimo secondo, si sono susseguite le prese di posizione a favore e contro la repentina decisione governativa. Non ha usato giri di parole il vice presidente della Regione, Sergio Bolzonello, che domenica davanti ad una platea di artigiani udinesi ha definito «un errore» il provvedimento, auspicando un impegno del Governo «a dare in brevissimo tempo un'alternativa credibili e non burocratica». Affermazioni che ieri hanno fatto scattare la reazione della Cgil, promotrice del referendum sui voucher fissato per il 28 maggio e per ora disinnescato dal decreto legge del 17 marzo. Il segretario Pezzetta si è detto «sorpreso» dalle dichiarazioni di Bolzonello, perché «dalla seconda carica della Regione ci saremmo aspettati un atteggiamento più equilibrato, ma evidentemente ha prevalso la tentazione di assecondare l'umore della platea».
Immediata la controreplica del vice presidente della Regione: «Nessun condizionamento della platea ha affermato -. È bene invece che la Cgil prenda atto delle cose: è evidente nell'utilizzo ci sono state delle esagerazioni e delle distorsioni, ma non si risolvono le cose in questo modo». E ha aggiunto: «Se nei prossimi giorni ho bisogno di un aiuto per un paio d'ore per fare le pulizie di primavera e non voglio pagare in nero, cosa faccio ora che di voucher non se ne trova più?».
Il leader della Cgil, però, mantiene la posizione sul no. «Se da un lato possiamo comprendere i timori di chi teme che la loro abolizione possa aprire un vuoto legislativo e impedire la regolarizzazione di alcune forme di lavoro ha detto - non accettiamo crociate pro-voucher da parte di chi solo adesso riconosce che lo strumento era abusato».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci