Danni, scatta subito nei Comuni la raccolta delle segnalazioni

Domenica 13 Agosto 2017
Danni, scatta subito nei Comuni la raccolta delle segnalazioni
Superano i cento milioni di euro i danni che il nubifragio di giovedì ha causato in Friuli, in particolare nella provincia Udine. La Regione ha decretato lo stato di calamità naturale e la presidente Debora Serracchiani ha già contattato al telefono il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per comunicare le gravi urgenze del territorio e un sommario bilancio dei danni.
I fondi per ristorare i danni e per le riparazioni (o in alternativa sgravi fiscali) dovrebbero arrivare tempi brevi, ma bisogna fare in fretta nella presentazione delle istanze di risarcimento. Le domande, infatti, come ha spiegato ieri il vicepresidente Sergio Bolzonello (che sta definendo il relativo protocollo), devono essere presentate nei Comuni interessati che a loro volta devono trasmettere le istanze alla Regione dal 20 al 28 agosto, cioè la prossima settimana. La domanda deve contenere la documentazione fotografica del danno subito e un preventivo steso da una ditta che quantifica l'entità del problema in termini economici. Il rimborso non sarà totale ma parziale. Possono inoltrare richiesta i privati cittadini, le aziende agricole, gli enti pubblici e le realtà produttive.
Intanto si lavora alla pulizia di rami, alberi, strade e fondi. Partecipano anche i richiedenti asilo: diversi profughi si sono messi all'opera sia a Udine che a Tarcento e, probabilmente, anche in altri comuni colpiti dal forte vento. Superlavoro anche per il Cafc: da giovedì pomeriggio sono all'opera sessanta tecnici nei venti impianti che garantiscono l'approvvigionamento idrico in Friuli. Dopo aver ricevuto finalmente l'energia dall'Enel, anche l'acqua è ritornata, venerdì, in tarda serata. Decisiva, in questa emergenza, la funzione del telecontrollo che Cafc ha potenziato: «Ci ha permesso di intervenire in tempo reale nei momenti di emergenza, come si è dimostrato in questi giorni dopo il mal tempo che ha devastato la provincia di Udine, con notevoli danni e con interruzioni nella erogazione dell'elettricità che ha causato il blocco di alcuni impianti nella fornitura dell'acqua a causa dell'assenza di energia elettrica. Il sistema di telecontrollo ha consentito di intervenire tempestivamente», ha detto il neo-presidente, Salvatore Benigno. «La tempesta di giovedì pomeriggio ha colpito l'agricoltura regionale a macchia di leopardo. Per questo Coldiretti Fvg si è mossa innanzitutto per chiedere alla Regione la delimitazione delle aree colpite». Dario Ermacora comunica la prima azione della Federazione a tutela delle aziende duramente penalizzate dal maltempo di due giorni fa: si conta sulla possibilità di un beneficio attraverso aiuti diretti o sgravi fiscali conseguenti al riconoscimento della calamità naturale.
«La sola area risparmiata dal disastro è quella a est della provincia di Udine fino al goriziano - prosegue il presidente di Coldiretti regionale -. Ma dalla montagna al mare, dal Pordenonese al Medio Friuli sono numerosissime le segnalazioni di aziende colpite da danni seri, tra l'altro alla vigilia del raccolto: dal mais alla frutta, dai vigneti all'orticolo». In particolare, molte aziende si trovano a far fronte alla distruzione delle tettoie e delle coperture più vulnerabili alle raffiche di vento. La quantificazione dei danni è perciò il primo obiettivo di Coldiretti.
Nel merito della vendemmia, confermata in partenza subito dopo Ferragosto, Ermacora riferisce di qualche problema ai pali, che sono stati piegati dal vento. Ma «fortunatamente non si riscontrano gli stessi effetti delle grandinate». «È probabile che, salvo eccezioni, il fenomeno di giovedì non incida sulla quantità del prodotto».

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