Asma, la foresta salva-bimbi

Mercoledì 26 Luglio 2017
Dal Giappone al Friuli Venezia Giulia. La terapia forestale, nata nel 1982 quando il governo nipponico intuì l'importanza di boschi e foreste per migliorare la salute umana, potrebbe trovare la sua sede ideale nelle Valli del Natisone. A chiedere alla giunta regionale la promozione di un turismo mirato, attraverso un ordine del giorno ad hoc, è stato il consigliere di Autonomia responsabile Giuseppe Sibau, che ha incassato l'ok dell'esecutivo. L'obiettivo immediato, come spiega lui stesso, (vedi altro articolo) è finanziare una sperimentazione da 30mila euro, affidata all'ateneo di Udine e, se i risultati saranno confortanti, fare della terapia forestale un percorso stabile, incentivando anche i soggiorni delle famiglie con figli asmatici nelle Valli. Sibau ricorda che negli ultimi dieci anni studi clinici condotti dall'équipe di Mario Canciani, del Servizio di allergologia e pneumologia della clinica universitaria dell'Ospedale di Udine, su circa 50 bambini all'anno, hanno dimostrato che un soggiorno di 6 notti in una località di montagna produrrebbe benefici nei tre mesi successivi. Fra questi, un calo del numero e dell'intensità delle crisi d'asma, una riduzione dell'uso di farmaci bronco-dilatatori e cortisonici stimata al 30%, con effetti positivi sulla qualità della vita. Purtroppo, rileva ancora Sibau, ad oggi le attività riguardano solo lo 0,09% degli asmatici residenti in regione, sono possibili per soli 7 giorni all'anno (l'1,92% del calendario annuo) e producono una riduzione dei costi diretti e indiretti regionali stimata al 30%, pari a 265 euro a paziente per un risparmio totale regionale molto basso, di circa 13mila euro all'anno. Nel 2013, in base alle ricerche dell'Oms, le persone asmatiche in Friuli Venezia Giulia erano circa 55.300, ossia un numero tale - come rileva Sibau - «da riempire due volte l'intero stadio Friuli» e i costi diretti - rileva ancora il consigliere - dovuti a questa patologia (fra visite, ricoveri, indagini diagnostiche e specialistiche) sommati a quelli indiretti (tra cui la perdita di produttività) erano pari a 880 euro a paziente all'anno per un totale di 49 milioni di euro all'anno. Da qui la richiesta di Sibau di «accrescere la visibilità della regione, delle Valli del Natisone e di altre aree montane salubri sul promettente mercato dei soggiorni salute e benessere nazionale e internazionale». «Ricordo aggiunge - che questa operazione favorirebbe la creazione di reddito aggiuntivo e di posti di lavoro in aree svantaggiate, coinvolgendo le comunità locali e i proprietari di boschi e foreste, oggi per lo più semi-abbandonate in un processo di recupero».
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