Le terze elezioni in quattro anni. I bulgari sperano che questa sia la volta buona per raggiungere la tanto desiderata stabilità in uno dei Paesi più poveri dell'Unione Europea. Secondo i primi exit poll dell'agenzia Alpha Research, alle legislative anticipate i pro-Ue di Gerb (ossia Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria) dell'ex premier Boyko Borissov hanno ottenuto il 32,3% delle preferenze, mentre i socialisti di Cornelia Ninova soltanto il 28%. Seguono DPS con il 9,7%, i Patrioti Uniti con il 9,5%, Volja con il 5,1%, il blocco riformista con il 4%. È necessario superare la barriera proprio del 4% per avere una rappresentanza in Parlamento. Stando a questi dati l'agenzia Novinite assegna a Gerb da 86 a 88 seggi, al Psb 75-77, al Dps 25-27, a Patrioti Uniti 25-27, a Volja 13-15, al blocco riformista 10-11. L'affluenza alle urne, con dati ancora parziali, è stata maggiore rispetto al passato e si era attestata al 43% degli aventi diritto. Il vero quesito era se la Bulgaria entrava a far parte del fronte euro-scettico e si avvicinava alla Russia oppure manteneva il proprio corso europeista immutato. Gli elettori hanno scelto la fedeltà a Bruxelles. «Ho votato - ha detto Boyko Borissov - per una Bulgaria stabile, prevedibile ed unita, perché domani la nostra nazione necessita di essere unita». Di opposta visione la sua più temibile concorrente Cornelia Ninova, che, al contrario, ha affermato di aver dato la propria preferenza «per il cambiamento».
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