NEW YORK - È guerra di cifre sulla folla che ha partecipato alla cerimonia dell'insediamento. Ed è guerra fra il presidente Donald Trump e i giornalisti: gli «esseri umani più disonesti sulla faccia della Terra». Parole pesanti che, con la complicità dei toni violenti usati dal portavoce della Casa Bianca Sean Spicer, che ha dato i suoi numeri sul giuramento - «Il più seguito di sempre» - costano a Trump una valanga di critiche. Che si sommano a quelli sui commenti contradditori di Trump dopo la marcia delle donne. «Ho visto le proteste, ma se non sbaglio abbiamo appena avuto un'elezione! Perché queste persone non hanno votato? Le celebrità fanno male alla causa», afferma il presidente in un tweet alle 7.47 di domenica. Passano poco meno di due ore e Trump torna su Twitter: «Le proteste pacifiche sono un marchio della nostra democrazia». Proteste nelle quali lui stesso si è imbattuto spostandosi dalla Casa Bianca al quartier generale della Cia, prima visita ufficiale da presidente. E proprio davanti agli agenti, duramente criticati per la fuga di informazioni sul dossier che lo lega alla Russia, si è lanciato contro la stampa.
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