Fillon-Juppe, il duello trascina la destra nel caos

Martedì 22 Novembre 2016
Fillon-Juppe, il duello trascina la destra nel caos
In politica, niente accade mai come previsto è la massima cara a François Hollande. Ieri il presidente francese non ha parlato, ma la grossa sorpresa del risultato delle primarie della destra gli ha dato per una volta ragione. Il fattore F, la vittoria schiacciante e non prevista di François Fillon al primo turno, la sua probabile (ma chi crede più ormai ai pronostici?) vittoria domenica prossima contro Alain Juppé, la sua possibile investitura a candidato alle presidenziali di maggio, la caduta rovinosa di Nicolas Sarkozy non hanno scosso soltanto la destra, ma hanno messo molto in subbuglio anche la già frastornata sinistra e costretto il Fronte Nazionale di Marine le Pen a rivedere la rotta. Non erano stati infatti soltanto i giornali o i sondaggi questa volta a non prevedere il risultato. A destra, il tempo delle analisi si farà più tardi. Ieri è ripresa la campagna elettorale per il ballottaggio. Paladino della destra seria liberale e thatcheriana in economia, conservatrice sulla società, François Fillon affronta il voto del 27 novembre da grande favorito. Ha trionfato domenica scorsa con oltre il 44%, ha ricevuto il sostegno di Sarkozy, può contare su un'onda di entusiasmo che di sicuro terrà ancora per qualche giorno. Ieri l'ex grigio, ben educato, posato primo ministro di Sarkozy ha cominciato a sentirsi comodo negli abiti presidenziali. L'obiettivo per ora è vincere la destra più moderata, centrista, e perfino un po' contro natura, quasi socialdemocratica, di Juppé. In diretta al Tg Fillon ha mostrato di avere idee precise di politica estera (propongo una coalizione per la Siria), ha ribadito le sue simpatie russe (La Russia non è una minaccia, è il più grande paese del mondo e lo stiamo spingendo verso l'Asia) e ha promesso nun'alternativa forte non soltanto alla sinistra di Hollande, ma anche alla destra esitante di Juppé. Il quale per vincere dovrà in effetti andare a cercare consensi oltre il proprio partito. Già domenica scorsa ha potuto beneficiare della maggior parte dei voti degli elettori di sinistra che hanno scelto di dire la loro sul candidato della destra per sbarrare il passo a Sarkozy, e con l'occasione scegliersi un campione non troppo difficile da votare a maggio, se al secondo turno delle presidenziali dovessero trovarsi a scegliere tra Le Pen e un conservatore. Juppé ieri è passato subito all'attacco delle idee conservatrici e brutali in economia del rivale: ha parlato di pari opportunità, di limitazioni ragionevoli nella funzione pubblica (Fillon promette un taglio storico di 500mila impiegati statali in cinque anni) e ha rivendicato un'idea di società e di famiglia più aperta di quella estremamente tradizionalista, per non dire retrograda sul ruolo delle donne, sulla famiglia e sul matrimonio di Fillon. Per convincere la Francia cattolica più sensibile alle ide di Fillon, Juppé si è detto più vicino alla parola di papa Francesco che alla Manif pour tous, il movimento contro le nozze gay. La settimana sarà dedicata ai comizi, prima del duello in tv di giovedì. Intanto riposizionamenti sono in corso anche fuori dalla destra. La sinistra è sempre in attesa della probabile ridiscesa in campo di Hollande, che dichiarerà a inizio dicembre se prova a restare all'Eliseo e accetta di sottoporsi al verdetto delle primarie della gauche, a gennaio. Finora il presidente aveva pensato a un remake del 2012, e a un bis contro Sarkozy. Invece ha constato che anche gli (ex) presidenti possono perdere le primarie. Fillon potrebbe pero' suonare come sveglia per i socialisti. Per combattere la destra che non chiede scusa di essere la destra di François Fillon, ci vuole una sinistra che non si scusa di essere sinistra ha analizzato Benoit Hamon, alla sinistra del PS e già candidato alle primarie socialiste. Il premier Manuel Valls, che potrebbe scendere in campo solo in caso di rinuncia di Hollande, si allena: La Francia non ha bisogno di posizioni ultraliberiste e conservatrici.
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