Erdogan: «Apro le frontiere ai profughi»

Sabato 26 Novembre 2016
Erdogan: «Apro le frontiere ai profughi»
All'indomani dello «schiaffo» dell'Unione Europea che ha deciso di congelare i negoziati di adesione della Turchia, Erdogan minaccia l'invasione dei migranti in Europa. Il paese che ospita milioni di profughi in fuga dalla Siria e da tutta la regione mediorientale fino allo Yemen e l'Afganistan, può essere una bomba ad orologeria per l'Europa che non è in grado di sostenere ulteriori flussi migratori, ospitando comunque solo il 9% del totale dei profughi attualmente, contro il 45% della Turchia. «La Turchia riaprirà i suoi confini e farà fluire i rifugiati di nuovo verso l'Europa se l'Ue andrà oltre», ha detto il presidente Recep Tayyp Erdogan ieri a Istanbul, in riferimento al voto europeo del 24 novembre, che non è comunque vincolante per la Commissione Europea che dovra decidere sull'andamento dei negoziati.
Ad Erdogan risponde a distanza la cancelliera tedesca Angela Merkel secondo cui l'accordo tra Ue e Turchia «è nelle interesse di entrambe le parti. Le minacce non aiutano». Ma le frizioni tra Turchia ed Europa, in merito a questo accordo, che finora a ha consentito di trattenere al di là dei confini europei, nuovi flussi di migliaia profughi di guerra da Aleppo e da Mosul, sono ancora precedenti al recente voto Ue. L'eliminazione del visto di ingresso per i cittadini turchi in Europa rientrava nei termini dell'accordo sui migranti, siglato nel maggio scorso ed era previsto per ottobre. Il visto non è stato ancora eliminato, nonostante le promesse, perché la Turchia non avrebbe rispettato le condizioni comunque concordate. Ora la sospensione dei diritti con lo stato di emergenza, gli arresti e i licenziamenti che hanno colpito migliaia di cittadini turchi hanno portato il Parlamento dell'Ue alla decisione della sospensione dei negoziati.
«Sproporzionata», secondo l'Ue, la reazione della Turchia al tentativo di colpo di stato fallito del 15 luglio. Ma la Turchia usa il suo potere contrattuale e insiste nel collegare la questione ad una più ampia prospettiva coinvolgendo anche la questione dei profughi migranti. «Noi non abbiamo mai pensato di ricevere danaro dall'Ue quando abbiamo ospitato milioni di profughi» ha continuato il presidente Erdogan. Abbiamo avuto 500 milioni di dollari dall'Onu e 700 dall'Ue. Abbiamo speso pero 15 miliardi di dollari». I membri del Parlamento europeo hanno cosi votato con 479 contro 37 a favore della mozione non vincolante alla Commissione Europea e i governi nazionali di non procedere nei negoziati che durano già da undici anni. Contrario al blocco dei negoziati Ue-Turchia è anche il ministro degli esteri tedesco. «E' importante che continuiamo a discutere», ha detto il suo portavoce Sawsan Chebli. «E' importante non congelare i negoziati di accesso perché in questo modo si danneggerebbero soltanto le relazioni tra la Turchia e l'Europa e ciò non sarebbe nell'interesse di nessuno».
S.S.

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